È il Museo Archeologico Nazionale di Napoli a esporre temporaneamente la statuetta in marmo raffigurante Zeus in trono, risalente al I-II secolo a.C., fino a poco tempo fa compresa nella collezione permanente del Paul Getty Museum di Malibù.
Si è conclusa con il positivo ritorno in patria la vicenda della statuetta di Zeus acquistata dal museo californiano negli anni Novanta, successivamente finita al centro di una serie di controversie legate alla sua provenienza e al processo stesso di acquisizione.
Alta 75 centimetri, raffigurante Zeus in trono e probabilmente impiegata come un oggetto di culto in un tempio casalingo, all’interno della dimora di una famiglia greca o romana, l’antica opera è rientrata in Italia nei giorni scorsi ed è temporaneamente visibile negli spazi espositivi del MANN – Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Quella partenopea è una destinazione non definitiva, poiché – come ha chiarito in una nota ufficiale il ministro Dario Franceschini – la scultura sarà “destinata, una volta determinatane l’esatta provenienza, alla comunità alla quale è stata illecitamente sottratta”.
Il suo rientro, intanto, può essere considerato come un nuovo segnale positivo all’interno dell’operazione che il Ministero dei Beni Culturali sta compiendo, già da alcuni anni, sul fronte della lotta al traffico illecito di reperti archeologici. Nel recente passato, proprio il J. Paul Getty Museum di Malibù aveva restituito all’Italia ulteriori testimonianze archeologiche di notevole pregio. Alla luce della nuova fruttuosa collaborazione, processi analoghi potranno probabilmente compiersi nella medesima direzione.