Giunto alla sua terza edizione, Diecixdieci - Festival della Fotografia si propone quest'anno di instaurare un dibattito attorno ad alcune domande fondamentali della nostra cosiddetta "società dell'immagine", dove il consumo di informazioni visive è andato moltiplicandosi a una velocità mai registrata in altre epoche.
L’essere umano è destinato a un perenne presente scandito dall’alternarsi seriale e senza senso di produzione e consunzione delle immagini o esiste una via di fuga? Che fine ha fatto l’immaginazione? Dobbiamo rassegnarci o iniziare una guerra alle immagini?
Giunto alla sua terza edizione, Diecixdieci – Festival della Fotografia si propone quest’anno – a partire dal 23 giugno in quel di Gonzaga, nel mantovano – di instaurare un dibattito attorno ad alcune domande fondamentali della nostra cosiddetta “società dell’immagine”, dove il consumo di informazioni visive è appunto andato moltiplicandosi a una velocità mai registrata in altre epoche.
A partire dal sottotitolo della rassegna – Isole – il festival vuole suggerire la natura variegata dell’universo delle immagini: tante, diverse, che possono collegarsi tra loro o restare nuclei di senso separati. Isole di immagini che vogliono essere anche punti di approdo, mete utopiche ma lo stesso raggiungibili, a cui tendere e avvicinarsi progressivamente.
Nato dall’associazione Officina dell’immaginazione e Collettivo Fotografico DieciXdieci con l’obiettivo di promuovere la giovane fotografia italiana, la rassegna propone appunto un ricco programma di eventi ed esposizioni che permettano di comprendere come lo sguardo fotografico sia in grado di vedere concrete isole di salvezza, senza necessariamente imprigionarci nella documentazione di una realtà senza via di fuga.
Otto i progetti in mostra, di artisti provenienti da tutta Italia: Arianna Senesi, Andrea Roversi (suo lo scatto in apertura), Arturo Chiara, Fabrizio Albertini, Michele Palazzi, Pietro Motisi, Silvano Bacciardi e Micamera. Temi e soggetti variano, spaziando dai lupi liberi e indipendenti della Senesi all’Islanda di Roversi; dalle strade attraversate dai frontalieri di Albertini al Sud Europa, che Palazzi interpreta come abbandonato a se stesso.
Non mancano neppure le “incursioni artistiche”, che contaminano la fotografia con altri linguaggi espressivi, come musica, arte performativa e installazione, affiancando le mostre fotografiche con un percorso parallelo di interventi site-specific e di arte relazionale distribuiti in tutto il paese. Le numerose letture portfolio saranno occasione per tutti gli appassionati di incontrare professionisti del settore e vincere magari il premio per il miglior portfolio mostrato, aggiundicandosi l’opportunità di realizzare un libro fotografico in fine art a cura di Faservice srl e l’allestimento di una mostra personale del progetto in occasione della prossima edizione del Festival, mentre il secondo classificato vince un abbonamento per 12 mesi alla rivista Gente di Fotografia.