Inaugurata da pochi giorni, la mostra "Il mondo che non c’era" fa luce sulle civiltà presenti nelle Americhe prima dell'arrivo di Cristoforo Colombo. Al Museo Archeologico Nazionale di Napoli sono esposte 200 opere d’arte provenienti dalla Fondazione Giancarlo Ligabue.
L’epocale scoperta delle cosiddette “Indie” e il conseguente avvio di una intensa stagione di esplorazioni dall’Europa verso “il nuovo mondo” ha costituito uno spartiacque nella storia dell’umanità. Il mondo che non c’era è il titolo della mostra con cui il Mann – Museo Archeologico Nazionale di Napoli apre un varco, per la prima volta nell’Italia meridionale, su vita, costumi e cosmogonie delle culture Meso e Sudamericane.
Aperta fino al 30 ottobre 2017, Il mondo che non c’era riunisce opere preziose, tra cui le maschere in pietra di Teotihuacan, i vasi Maya d’epoca classica, le statuette antropomorfe della cultura Olmeca, le Veneri.
Il percorso espositivo si concentra insomma sullo stato dell’arte precedente l’arrivo di Colombo: protagonista dell’operazione è un corpus di capolavori tanto straordinari quanto rari provenienti dalla Collezione Ligabue, tra le più complete e importanti a livello nazionale su tale fronte.
Scomparso nel 2015, l’imprenditore – ma anche paleontologo, studioso di archeologia e antropologia, esploratore e appassionato collezionista – Giancarlo Ligabue viene omaggiato e ricordato attraverso questo appuntamento espositivo, inserito nel filone Classico/Anticlassico promosso dal direttore Paolo Giulierini. Nel corso della sua vita, Ligabue ha alimentato questa passione organizzando oltre 130 spedizioni in tutti i continenti, prendendo parte a campagne di scavo e costituendo, mediante acquisti mirati, un’importante collezione d’oggetti d’arte, espressione di moltissime culture.