Antoon van Dyck tra i capolavori dell’arte custoditi a Bergamo

4 Luglio 2017

Antoon van Dyck, Compianto su Cristo morto, 1628 – 1632 circa, olio su tela collezione privata, Courtesy Robilant + Voena

Istituzione culturale tra le più illustri del panorama lombardo e non solo, l’Accademia Carrara di Bergamo vanta una collezione tra le più variegate, che spazia dai capolavori di Mantegna, Lotto, Botticelli e Raffaello alla pittura ottocentesca, senza dimenticare l’importante nucleo di manufatti legati al filone delle arti decorative.

A conferma del ruolo di primo piano giocato nello scenario italiano, l’Accademia bergamasca ha dato il via a un ciclo espositivo di grande richiamo, basato sul dialogo fra le opere presenti in collezione e quelle di grandi autori mondiali, concesse in prestito temporaneo.

Il primo protagonista di questa iniziativa è Antoon van Dyck, celeberrimo Maestro fiammingo cui si deve il Compianto sul Cristo morto – databile tra il 1628 e 1632 –, prestato dalla galleria Robilant+Voena, specializzata in arte antica, con sedi a Londra, Milano e St Moritz. Il dipinto fece furore alla XXVIII edizione della Biennale internazionale dell’Antiquariato di Firenze del 2013, complice il suo valore stimato intorno a un milione e mezzo di euro.

L’opera affonda le radici nella Storia. Un tempo appartenuta alla famiglia dei duchi Airoldi di Cruillas di Palermo, ricomparve a Roma in seguito al secondo conflitto mondiale. Solo di recente è entrata a far parte della collezione da cui è stata concessa in prestito alla sede bergamasca, inaugurando un ciclo che non mancherà di riservare grandi sorprese.

[Immagine in apertura: Antoon van Dyck, Compianto su Cristo morto, 1628 – 1632 circa, olio su tela, collezione privata, Courtesy Robilant + Voena]