Anche gli artisti si scambiano messaggi. In particolare, è successo per diversi mesi a sei coppie di creativi, invitati dal Met di New York a comunicare soltanto attraverso il reciproco invio di immagini. Rigorosamente a mezzo telefono...
Se un tempo la fotografia serviva a preservare il passato dall’oblio, con l’avvento della telefonia mobile – e dei cosiddetti smartphone, che spesso usiamo per tutto tranne che per telefonare – le immagini sono ormai parte di uno scambio incessante tra le persone, tutto al tempo presente: costituiscono una sorta di linguaggio parallelo a quello testuale – e agli emoji, per citare un altro trend proprio della nostra “era mobile”.
Un sistema di comunicazione quasi istantaneo, piuttosto che di documentazione, dal momento che – con una reattività senza precedenti – possiamo condividere a distanza le nostre esperienze visive, allargando la loro fruizione a una ristretta cerchia di persone come, potenzialmente, a tutti gli utenti presenti in rete. Il tutto, decidendo magari di cancellare le immagini subito dopo, trattando quindi la fotografia come un medium tanto fluido quanto effimero, al contrario dei suoi esordi.
Proprio da queste considerazioni socio-tecnologiche prende avvio una mostra in corso – fino a dicembre 2018 – al Metropolitan Museum of Art di New York: Talking Pictures: Camera-Phone Conversations Between Artists presenta ai visitatori le “chat visuali” intercorse tra 12 artisti – divisi in coppie – che il Met ha appunto invitato a confrontarsi esclusivamente attraverso il telefono e i relativi sistemi di messaggistica.
Dallo scorso novembre e fino al mese di aprile, quindi, le coppie si sono inviate esclusivamente immagini, prive di alcun tipo di commento, stabilendo man mano tempi e “stile” di questa singolare forma di conversazione.
Ogni duo ha sviluppato appunto un dialogo a misura dei creativi coinvolti. Manjari Sharma e Irina Rozovsky, per esempio, hanno scoperto le reciproche gravidanze, instaurando uno scambio tra le rispettive esperienze che si è poeticamente concluso con le immagini dei figli appena nati. Il dialogo tra Nicole Eisenman e A. L. Steiner è stato invece improntato al femminismo e alla resistenza politica. Tony Oursler e William Wegman hanno preferito spedirsi video, mentre Cynthia Daignault and Daniel Heidkamp si sono scambiati soltanto gli scatti dei propri dipinti, realizzati proprio in occasione di questo progetto.