Una delle più poderose installazioni mai realizzate dall’artista cinese ha trovato temporanea dimora nel museo statunitense. Puntando ancora una volta lo sguardo sui grandi temi del presente.
Non smette di far parlare di sé e della propria arte, Ai Weiwei. L’instancabile artista cinese è sbarcato sulla East Coast americana con una delle sue opere più celebri e di maggior impatto, cui è intitolata la mostra Ai Weiwei: Trace at Hirshhorn, ospite dell’Hirshhorn Museum and Sculpture Garden di Washington fino al primo gennaio 2018.
La rassegna prende le mosse dall’omonimo intervento progettato da Ai Weiwei in tempi recenti e allestito nel museo americano seguendone la caratteristica struttura circolare. Il risultato è un’opera di fortissimo impatto visivo, commissionata all’artista cinese nel 2014 e presentata per la prima volta nell’ex penitenziario federale di San Francisco.
Trace è composta da 176 ritratti di individui provenienti da tutto il mondo, ottenuti ricorrendo a migliaia di mattoncini LEGO, assemblati a mano e poi disposti sul pavimento. Le persone immortalate da Ai Weiwei sono considerate da quest’ultimo attivisti, prigionieri di coscienza e difensori della libertà di espressione e dunque fortemente connessi alla sua esperienza personale. Risale al 2011, infatti, la prigionia imposta dal governo cinese ad Ai Weiwei per 81 giorni e il conseguente divieto di lasciare il Paese nei successivi quattro anni.
Completa la mostra all’Hirshhorn Museum and Sculpture Garden l’imponente installazione a 360 gradi che copre le pareti al secondo piano del museo, dal titolo The Plain Version of the Animal That Looks Like a Llama but Is Really an Alpaca. Una sequenza di segni grafici in apparenza ripetitivi ma, a uno sguardo più attento, rivelatori di oggetti come videocamere e manette, cui si aggiunge il logo di Twitter, strumento mediatico usato da Ai Weiwei per fronteggiare l’autorità.