Una grande mostra romana fa luce su una delle più misteriose e controverse opere pittoriche realizzate sul finire del Quattrocento. Accostando per la prima volta i frammenti di un’opera che diede scandalo non appena realizzata.
Unisce meraviglie pittoriche senza tempo e uno scandalo centenario, la rassegna Pintoricchio pittore dei Borgia. Il mistero svelato di Giulia Farnese, allestita fino al 10 settembre presso i Musei Capitolini. Un vero e proprio itinerario visivo alla scoperta degli intrighi e delle vicende che costellarono il pontificato di Alessandro VI, al secolo Rodrigo Borgia, sul finire del Quattrocento.
Fu un pontificato che assecondò intrecci dinastici, gelosie e calunnie di varia natura ma che, nello stesso tempo, diede nuovo impulso alla diffusione delle arti, invitando a Roma Bernardino di Betto, detto il Pintoricchio (o Pinturicchio, piu comunemente), autore dello straordinario ciclo di pitture che decora l’appartamento papale in Vaticano. Un manifesto pittorico denso di contenuti umanistici e teologici, emblema del programma di Alessandro VI.
Fra le opere che animavano il ciclo, fu la Madonna col Bambino benedicente ad attrarre l’attenzione e le critiche del tempo: in molti, infatti, riconobbero nella figura della Vergine quella di Giulia Farnese, la giovane amante del papa, ritratto di fronte a lei in posa adorante. Al centro di infiniti scandali, l’opera fu dapprima coperta, poi strappata dalle pareti e infine ridotta in più frammenti e dispersa. La dettagliata composizione del dipinto, tuttavia, non andò perduta, grazie a una copia firmata nel 1612 dal pittore Pietro Fachetti.
A distanza di secoli, la mostra capitolina accosta per la prima volta i due frammenti del volto della Madonna, mai esposti finora, e quello ben conosciuto del Bambino Gesù delle mani (in apertura, un dettaglio), mentre il ritratto del papa Alessandro VI sembra scomparso per sempre.
L’esposizione riunisce inoltre 33 opere del Rinascimento nostrano, fra cui le effigi della famiglia Borgia e splendidi dipinti del Pintoricchio, come la Crocifissione della Galleria Borghese e le Madonne della Pace di San Severino Marche e delle Febbri di Valencia, cui vanno ad aggiungersi 7 antiche sculture di epoca romana provenienti dalle raccolte capitoline, a riprova del grande debito di Pintoricchio nei confronti dell’arte antica.