In quale modo viene filtrata la relazione tra lo spazio urbano e quello privato? Fino al 15 ottobre 2017, 9 installazioni opera di collettivi di architetti e artisti visivi provano a reinventare il concetto di passaggio. Con risultati che strizzano l'occhio alla scoperta e al gioco.
Les malcommodes, Marie-Eve Martel, il Collectif Allard-Duchesneau, Atelier MAP, Robert Hengeveld, Carole Baillargeon, Sculptosaurus, Giorgia Volpe e Blitz! sono i partecipanti alla quarta edizione di Les Passages Insolites, il festival di arte pubblica curato da EXMURO arts publics che, fino al 15 ottobre 2017, popola il centro storico di Quebec City. Avvalendosi della direzione artistica di Vincent Roy, l’appuntamento si articola quest’anno in 9 interventi su scala urbana, ciascuno dei quali offre un’interpretazione del tema del passaggio e, nello stesso tempo, consente ai visitatori di sperimentare un modo insolito di conoscere la città, incoraggiandoli oltre i sentieri più battuti e noti.
Il progetto si pone in perfetta coerenza con l’azione di EXMURO arts publics, una realtà che a partire dal 2007, anno della sua fondazione, promuove progetti multidisciplinari calati nel contesto dell’importante città canadese; tra questi anche Humanorium – L’étrange fête foraine e La Palissade – L’expo du siècle!.
Il tema guida dell’anno è stato declinato dai team o singoli progettisti partecipanti con modalità eterogenee, ricorrendo a materiali diversi e occupando spazi urbani con caratteristiche molto differenti tra loro.
In Impostor, che porta la firma dello studio locale les malcommodes, il contesto di riferimento era una porzione delle fortificazioni erette nel Seicento con finalità di protezione del centro storico. Attraverso due strutture unificate da uno squillante colore fucsia che in un certo senso “erodono” un’infrastruttura concepita come impenetrabile, il progetto punta a sollevare interrogati sugli usi (e gli abusi) dei siti storici.
Lo scenario muta completamente con Space Cube di Marie-Eve Martel, che ha scelto di ricorrere all’archetipo del cubo, ampiamente usato nella scienza – e per le sue valenze simboliche non privo di interesse anche in un’accezione più mistica e occulta – per originare una sorta di “microcosmo” tutto da esplorare. I visitatori sono incoraggiati a spingere il proprio sguardo oltre le pareti traslucide dell’esemplare collocato in una piazza: sbirciando, saranno in grado di scorgere una sorta di “città ibrida”, con volumi a loro volta selettivamente in grado di riflettere il mondo esterno.
Tutte le installazioni di Les Passages Insolites possono essere scoperte singolarmente oppure prendendo parte ai percorsi guidati e gratuiti promossi per l’occasione. Accompagnati da un mediatore culturale, i visitatori possono così cogliere gli aspetti peculiari di ciascun progetto, spostandosi tra le aree del Porto Vecchio, la Place Royale e il Petit-Champlain.
[Immagine in apertura: Space Cube – Marie-Eve Martel. Photo credit: Stéphane Bourgeois]