Nell’affascinante cornice del Castello Carlo V vanno in mostra quattro Maestri del secondo Novecento italiano, interpreti delle suggestioni pop liberamente interpretate e adattate al contesto del Belpaese.
C’è tempo fino al 23 ottobre per visitare la mostra curata da Luca Barsi e Lorenzo Madaro e dedicata a quattro protagonisti della scena creativa italiana del secolo scorso: Mario Schifano, Franco Angeli, Tano Festa e Giosetta Fioroni. Intitolata Mario Schifano e la Pop Art in Italia e promossa da Theutra e Oasimed, in collaborazione con Galleria Accademia di Torino, la mostra ripercorre le vicende del gruppo, denominato poi Scuola di Piazza del Popolo, che seppe tradurre in arte motivi e oggetti inscritti nell’immaginario comune.
Fulcro geografico, e non solo, dell’intera rassegna è Roma, sullo sfondo di un’epoca, quella degli anni Sessanta, in cui all’estetica astratta e informale succede una riflessione sui cambiamenti in atto nella società del tempo, già fertile terreno d’indagine della Pop Art americana. In Italia il medesimo fermento assume sembianze autonome, anche grazie a gallerie come La Tartaruga e critici come Alberto Boatto, Palma Bucarelli e Maurizio Calvesi. E, proprio nel contesto romano, prendono forma le esistenze dei quattro artisti cui è dedicata la mostra leccese.
Al centro dell’esposizione presso il Castello Carlo V c’è l’epopea artistica di Mario Schifano: dalla rivisitazione del Futurismo in chiave pop (come in Futurismo rivisitato, in apertura) al medium televisivo come lente attraverso cui leggere la realtà, sono molteplici i richiami di Schifano al proprio tempo e le influenze che la sua poetica determinò nei confronti delle generazioni successive. L’opera di Franco Angeli è invece evocata da una serie di lavori pittorici, alcuni di grandi dimensioni, realizzati negli anni Settanta e capaci di veicolare elementi del passato in un’ottica contemporanea.
La pittura è anche al centro dell’indagine di Tano Festa, del quale è in mostra una celebre Persiana, dove l’elemento oggettuale si integra nel registro visivo da lui adottato. Le figure femminili protagoniste degli interventi di Giosetta Fioroni completano l’esaustiva ricognizione su un periodo cardine della storia dell’arte italiana.