Fino al 21 gennaio del prossimo anno, il cuore del capoluogo toscano accoglierà Big Clay #4, una scultura metallica alta circa 12 metri opera dell'artista svizzero Urs Fischer. La presentazione dell'opera coincide con l'avvio della Biennale Internazionale di Antiquariato di Firenze.
Piazza della Signoria si prepara nuovamente a ospitare la grande arte contemporanea. Per la seconda edizione di InFlorence – il progetto inaugurato nel 2015 con il posizionamento delle sculture lucidate a specchio di Pluto and Proserpina e Gazing Ball (Barberini Faun) realizzate dall’artista statunitense Jeff Koons – è stato infatti scelto l’artista Urs Fischer. Originario di Triengen, in Svizzera, dove è nato nel 1966, e da molti anni di base a New York, presenterà una sua nuova opera monumentale che attiverà un dialogo con lo “straordinario museo della scultura a cielo aperto” di una delle principali piazze fiorentine.
Big Clay #4 è il nome della scultura alta circa 12 metri, eseguita in metallo che resterà esposta in questo iconico spazio pubblico dal 22 settembre 2017 al fino al 21 gennaio 2018. Le sue forme, in grado di qualificarsi contemporaneamente come qualcosa di “primordiale e di infantile, di totemico e di architettonico“, secondo quando indicato dal curatore Francesco Bonami, “è soltanto apparentemente monumentale. In realtà è un monumento alla semplicità e alla primordialità del gesto umano che plasma la forma. Uno sguardo più approfondito della superficie di alluminio dell’opera scoprirà le impronte digitali delle dita dell’artista. La scultura infatti è l’ingrandimento di piccoli pezzi di creta modellati dall’artista nel suo studio”.
A questa prima opera, faranno inoltre da contraltare due lavori collocati sull’Arengario di Palazzo Vecchio. Tra la riproduzione del David di Michelangelo e del gruppo Giuditta e Oloferne di Donatello, nello stesso spazio con il quale si sono misurati nel 2015 Jeff Koons e, nel 2016, Jan Fabre, Urs Fischer ha scelto di inserire due figure umane. Riprodotte nella forma di candele di cera, andranno a consumarsi lentamente di pari passo con il primo mese di apertura della mostra, simboli “della finitezza umana e della durevolezza dell’arte“.
Entrambe le presenze umane evocheranno altrettante figure coinvolte in questo processo, i cui aspetti distintivi della fisionomia sono stati studiati da Fischer proprio durante gli incontri per la preparazione di tale appuntamento. Si tratta infatti del curatore Bonami e di Fabrizio Moretti – Segretario Generale BIAF – interpretati dall’artista come “cittadini del mondo che hanno le loro radici nel territorio e nella sua cultura“. Nel lavoro di Fischer c’è sempre, infatti, un elemento biografico filtrato attraverso una riflessione formale ed estetica.
[Immagine in apertura: Urs Fischer, Untitled, 2011. Installation view, ILLUMInazioni / ILLUMInations, Biennale di Venezia, 2011. Courtesy of the artist and Galerie Eva Presenhuber, Zurich. Photo by Stefan Altenburger]