Fino al 10 dicembre prossimo, una mostra allestita negli spazi della Fondazione Magnani-Rocca ripercorre le tappe salienti della comunicazione moderna dal 1890 al 1957. Tra illustrazioni d'autore e slogan passati alla storia.
La sontuosa dimora di Luigi Magnani a Traversetolo, in provincia di Parma, fa da cornice a La storia della Pubblicità in Italia 200 opere nella Villa dei Capolavori, la mostra curata da Dario Cimorelli e Stefano Roffi che racconta la genesi e gli esiti più significativi della comunicazione visiva in Italia.
Aperta dal 9 settembre al 10 dicembre 2017, in contemporanea con l’esposizione di Two Americans , la rassegna estende il proprio raggio d’azione dalla fine dell’Ottocento all’era di Carosello, delineando un affascinante ritratto delle evoluzioni degli strumenti impiegati nella promozione di prodotti relativi a diverse gamme merceologiche.
Articolata in quattro sezioni tematiche, la narrazione proposta da La storia della Pubblicità prende avvio con l’analisi delle prime forme di comunicazione, semplici e dirette, progressivamente accompagnate dall’impiego dell’illustrazione, uno “strumento persuasivo e spiazzante per novità e per fantasia“, fino alla diffusione di nuovi formati e metodi: dal manifesto alla locandina, dallo studio di targhe al packaging, fino agli strumenti di comunicazione di massa, in primis la radio.
Sul contributo degli illustratori si focalizza la prima sezione, tra bozzetti e manifesti realizzati da artisti e autori particolarmente interessanti e dalla notevole carica grafica. Allo specifico rapporto tra illustrazione e messaggio pubblicitario è dedicata la seconda sezione: articolata in “capitoli”, raccoglie sia lavori sviluppati da grandi Maestri del genere e dalla prime agenzie di settore, sia pubblicità per marchi celeberrimi quali Barilla, Campari, Cinzano, Motta o Pirelli.
Nel corso del tempo, al più conosciuto manifesto vanno ad affiancarsi formati alternativi come locandine, depliant, targhe in latta e illustrazioni sulla confezione stessa: su questi lavori si concentra la terza sezione. La conclusione del percorso espositivo è affidata al progressivo successo dei nuovi strumenti di comunicazione, in un’ottica che si estende dal 1920 in poi, tra radio e televisione, fino alla nascita di Carosello che apre definitivamente le porte a un nuovo capitolo della storia della pubblicità in Italia.
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