Al via uno degli appuntamenti più attesi del programma Pistoia Capitale Italiana della Cultura 2017. Con "Giovanni Boldini. La Stagione della Falconiera" si farà luce sulle esperienze e le frequentazioni del pittore in Toscana.
Apre il 9 settembre il nuovo appuntamento espositivo compreso nel programma di Pistoia Capitale Italiana della Cultura 2017. Dopo il “ritorno in patria” della Visitazione di Luca della Robbia, che resterà esposta a Pistoia fino al 7 gennaio 2018, la città toscana accoglie fino anche Giovanni Boldini. La Stagione della Falconiera.
Fino al 6 gennaio 2018, si riaccenderanno i riflettori sul ciclo di pitture murali a tempera che il pittore eseguì nel corso della sua permanenza in Toscana.
Sul finire degli anni Sessanta dell’Ottocento, infatti, soggiornò a la Villa La Falconiera, che all’epoca apparteneva alla mecenate inglese Isabella Falconer. Custodito all’interno dei Musei dell’Antico Palazzo dei Vescovi, sede della mostra, questo ciclo fu riscoperto, in seguito a un periodo di oblio, grazie a Emilia Cardona Boldini, giovane vedova del pittore e sua prima biografa. Solo in seguito al distacco dai muri della villa, avvenuto nel 1974, al restauro e al riposizionamento nel Palazzo dei Vescovi a Pistoia, quest’opera del Maestro ferrarese è divenuta il fulcro di una stagione di studi.
Ancora poco conosciuto al grande pubblico, grazie alla mostra in apertura a Pistoia, questo complesso lavoro presentato con dovizia di particolari, con un excursus anche sul ruolo di mecenate della committente, la signora Falconer, e sulle sue relazioni con l’artista. Tra il 1864 e il 1871, infatti, spostandosi tra Pistoia, Firenze e Castiglioncello, Boldini riuscì a tessere una rete di relazioni amicali e professionali: contatti che contribuiranno alla sua ascesa negli anni a venire.
Il percorso espositivo della mostra, infine, accoglie anche 16 capolavori realizzati durante proprio negli anni toscani, concessi per l’occasione da collezioni private e da pubblici musei.
[Immagine in apertura: Giovanni Boldini, Giovane paggio che gioca con un levriero, 1869,
olio su tavola, courtesy Società di Belle Arti – Viareggio]