Qual è il lascito di René Magritte nell'arte contemporanea? Le domande aperte dalla sua opera in che modo hanno influenzato le generazioni più recenti? Una grande mostra propone al pubblico i risultati di questa ricerca: succede a Bruxelles, fino al 18 febbraio 2017.
Sono trascorsi 50 anni dalla scomparsa, avvenuta proprio a Bruxelles, di René Magritte. Un arco temporale nel corso del quale la sua opera e il suo linguaggio hanno continuato a ispirare – e interrogare – storici dell’arte, ma anche semplici appassionati e generazioni di nuovi autori. Si può infatti affermare che la produzione di Magritte costituisca un riferimento fondamentale per ogni artista che intende riflettere sull’essenza stessa di un’immagine e sui concetti di rappresentazione, o somiglianza.
In questa speciale ricorrenza, è proprio la capitale belga a tributare un omaggio al pittore surrealista che del mistero e del dubbio ha fatto la sua cifra stilistica. Aperta al pubblico il 13 ottobre scorso, negli spazi dei Royal Museums of Fine Arts of Belgium, la mostra Magritte, Broodthaers & Contemporary Art ricostruisce il profilo del pittore belga e attiva una riflessione tesa a dimostrare come gli artisti a lui successivi abbiano interpretato alcuni dei temi da lui introdotti nel dibattito culturale.
Attraverso un corpus di oltre 150 opere, tra dipinti, sculture, installazioni, disegni, fotografie, film e documenti d’archivio, viene indagata la distintiva capacità di Magritte di mettere in discussione le opinioni più radicate, aprendo in questo modo la mente verso composizioni impossibili ed enigmi visivi che incrinano le certezze consolidate.
Un linguaggio al quale hanno guardato con interesse le generazioni seguenti, con un rafforzamento in tal senso a partire dagli anni Ottanta. Il percorso espositivo propone dunque, oltre ai lavori di Magritte, opere di Marcel Broodthaers, Andy Warhol, Jasper Johns, Robert Rauschenberg, Ed Ruscha, César, Sean Landers, David Altmejd, George Condo e Gavin Turk. In particolare, l’artista belga Broodthaers – poeta e performer – strinse amicizia con Magritte (li vediamo ritratti assieme nell’immagine in apertura, del 1966) alla fine della guerra e apprese la sua “lezione”, inserendosi nel territorio di confine tra lo studio dell’oggetto e l’analisi della lingua.
Aperta fino al 18 febbraio 2018, Magritte, Broodthaers & Contemporary Art costituisce un’occasione per rinnovare la comprensione del più grande surrealista belga; allo stesso tempo è anche un invito a “mettersi alla prova” in prima persona. Infatti, al centro della mostra, è stato allestito un laboratorio creativo libero e accessibile a tutti. In occasione dell’esposizione è stato inoltre messo a punto un calendario di appuntamenti speciali, in programma ogni fine settimana.
L’immersione nell’universo di Magritte può essere estesa con una visita al museo a lui dedicato, sempre a Bruxelles e incluso nei Royal Museums, dove è conservata in forma permanente la più grande collezione, su scala mondiale, dei suoi lavori.