Sono molte le domande che assillano gli specialisti di egittologia dopo la rilevazione a sorpresa di un vano - rimasto per secoli sconosciuto - in una delle più celebri piramidi dell'Antico Egitto.
Le ricerche finalizzate alla scoperta delle tecniche costruttive della piramide di Cheope, la più antica e la più estesa nel complesso di Ginza, in Egitto, hanno di recente condotto verso un risultato per molti versi sorprendente. Come emerso in un articolo pubblicato dalla rivista Nature, all’interno della piramide è infatti presente una grande stanza fin qui mai rilevata dagli specialisti che operano nel sito.
Sebbene inaspettata, la scoperta non è la prima di questo genere in questa struttura, eretta per ospitare in eterno le spoglie del faraone Khufu e alta oltre 138 metri. Ultimato attorno al 2560 a.C., circa un secolo fa il monumento aveva infatti già svelato l’esistenza di un’altra camera interna.
La stanza rinvenuta è stata fin qui al centro di indagini di tipo indiretto, nelle quali sono stati impiegati, tra i vari sistemi, i cosiddetti “muoni cosmici”. È ricorrendo a questa affascinante tecnica, nella quale sono utilizzate particelle elettriche, che è stato possibile rilevare i “contorni grezzi” di una cavità della quale non si sospettava l’esistenza. Con una lunghezza pari a circa 30 metri, questo ambiente è, almeno per ora, destinato a restare inesplorato, in linea con le restrittive norme vigenti che limitano la realizzazione di scavi interni.
Potrebbe celare, tra le proprie mura, la mummia del faraone della IV dinastia per la quale fu eretta? Qual era il suo scopo? Al momento il dibattito è aperto e gli studiosi hanno dichiarato che si concentreranno sull’analisi dello sviluppo planimetrico della camera e sull’eventuale presenza di ulteriori vani.