Due linguaggi creativi complementari stanno per dare vita a un affascinante dialogo espositivo nella cornice di Reggio Emilia. Offrendo un itinerario che da Wassily Kandinsky raggiunge John Cage.
Dall’11 novembre al 25 febbraio Palazzo Magnani, a Reggio Emilia, ospiterà Kandinsky→Cage: Musica e Spirituale nell’Arte, una rassegna interamente dedicata al profondo legame tra linguaggio musicale e arti visive, ponendo al centro del discorso i temi dell’interiorità e della spiritualità.
Curata da Martina Mazzotta, la mostra rintraccia le connessioni fra l’universo musicale e gli sviluppi dell’arte moderna e contemporanea, a partire dalla fine dell’Ottocento per raggiungere i giorni nostri. I punti di partenza sono il culto di Goethe, il wagnerismo e una tendenza tardo-ottocentesca a raggiungere un’armonia globale, spiritualizzando il gesto artistico e incentivando il ricorso alla musica come vettore dell’armonia.
Oltre 50 opere di Kandinsky ‒ fra dipinti, acquarelli e grafiche ‒ testimoniano il “debito” dell’artista nei confronti del registro musicale, complice la storica amicizia con Arnold Schöenberg. Il suono, per Kandinsky e molti suoi colleghi e successori, diventa strumento di accesso a una dimensione astratta, non soltanto in termini visivi.
Paul Klee e le opere della pittrice Marianne von Werefkin aprono la strada al “naturalismo” di Stravinsky per poi proseguire con Oskar Fischinger, che si ispirò a Kandinsky e divenne maestro di Cage.
L’ultima parte della mostra a Palazzo Magnani riunirà tre artisti legati alla musica e alla spiritualità nel secondo Dopoguerra: Nicolas De Staël, Fausto Melotti e Giulio Turcato, mentre toccherà a John Cage chiudere il percorso espositivo, con una serie di installazioni e lavori di altri artisti che evocano i principi sinestetici della sua poetica.
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