È stato uno degli artisti dagli esiti più sorprendenti, tra quelli che nella nostra epoca si sono misurati con lo spazio pubblico: una panoramica tra le sculture di Lawrence Argent, scomparso lo scorso ottobre all'età di 60 anni.
Recentemente scomparso per un arresto cardiaco, l’artista Lawrence Argent lascia in eredità un patrimonio di opere stravaganti e monumentali, in larga parte concepite appositamente per la dimensione collettiva e condivisa dello spazio pubblico.
Le metropoli che hanno accolto le sue opere scultoree si sono arricchite di interventi irriverenti e giocosi, capaci di destare l’attenzione degli osservatori di tutte le età: dal gigantesco orso blu che scruta curioso in un centro congressi di Denver, intitolato I See What You Mean, all’energico Leap, l’appariscente coniglio rosso, realizzato in alluminio e vetro, appeso al soffitto dell’aeroporto di Sacramento, immortalato proprio nell’atto di tuffarsi verso il basso.
Esempi analoghi si possono incontrare anche nel resto del mondo, Asia inclusa. Tra le opere più recenti ultimate da Argent prima dell’improvvisa scomparsa rientrano infatti due interventi realizzati in Cina in collaborazione con UAP, realtà che opera nello spazio pubblico facendo incontrare artisti, architetti e designer con sviluppatori immobiliari e autorità locali. Anche le ultime opere e A Moment in Time testimoniano la volontà dell’artista di permeare gli spazi pubblici con immagini curiose, bizzarre, inconsuete, non prive di richiami con l’identità locale.
Nel primo caso, un sinuoso drago riflettente, realizzato in acciaio inossidabile, sembra fluttuare in una piazza di Shenzhen grazie anche all’impiego di effetti di nebbia e di una speciale illuminazione: “Emerge senza forma, molto simile a un’apparizione“, aveva commentato a riguardo lo stesso Argent. In A Moment in Time l’artista ha invece collocato in un’area verde un elefante di maxi formato, un animale “simbolo di saggezza, conoscenza, pazienza e forza“. La curiosità? Non sono le quattro zampe a garantirne la stabilità al suolo, come nella realtà, bensì… la proboscide!