Uno dei più celebri musei trentini torna a far luce sull’arte italiana d’inizio Novecento. Con un'esposizione interamente dedicata ai protagonisti di una corrente pittorica che ha fatto epoca.
Si intitola Realismo Magico. L’incanto nella pittura italiana degli anni Venti e Trenta, la mostra allestita al Mart di Rovereto dal prossimo 3 dicembre al 2 aprile 2018. Nel solco di un affascinante ciclo espositivo dedicato all’arte nazionale del primo Novecento, la rassegna approfondisce la fervida stagione creativa del Realismo Magico, successiva alle avanguardie storiche.
Curata da Gabriella Belli e Valerio Terraroli, la mostra è la prima tappa di un itinerario che nel 2018 toccherà anche l’Ateneum Art Museum di Helsinki e il Folkwang Museum di Essen, facendo luce sul movimento la cui definizione fu coniata dal critico Franz Roh nel 1925 per indicare un ritorno alla tradizione pittorica e scultorea con l’aggiunta di una “magia” peculiare.
Pur prendendo spunto dalla realtà, il Realismo Magico stempera i suoi contorni in atmosfere surreali, afferenti al regno dell’immaginazione e della meraviglia, come testimoniato dalle iconiche opere di Cagnaccio di San Pietro, Antonio Donghi, Felice Casorati, Achille Funi, Ubaldo Oppi e Carlo Levi, cui si aggiungono quelle dei pittori legati a contesti maggiormente locali, da Trieste a Venezia, da Torino a Roma, quali Leonor Fini, Carlo Sbisà, Carlo Socrate e Cesare Sofianopulo.
La mostra di Rovereto, la prima dopo l’antologica curata da Maurizio Fagiolo dell’Arco, fra il 1988 e il 1989, alla Galleria dello Scudo di Verona, descrive le numerose sfumature del movimento nelle sue declinazioni italiane, restituendone l’originalità rispetto alla tradizione pittorica del tempo.
[Immagine in apertura: Ubaldo Oppi, Ritratto della moglie sullo sfondo di Venezia (dettaglio), 1921, Collezione privata, Roma]