Uno dei più importanti musei madrileni rende omaggio all’artista sudafricano con una mostra che ne evoca l’attività in campo teatrale e performativo.
Si intitola William Kentridge. Enough and more than enough la rassegna che, fino al 19 marzo, animerà le sale del Museo Reina Sofia di Madrid, accendendo I riflettori sugli input creativi trasversali che caratterizzano la pratica di William Kentridge.
Conosciuto in tutto il mondo come artista visivo, Kentridge ha saputo distinguersi anche per il suo talento in campo teatrale, complice il periodo di formazione trascorso a Parigi, prima di fare ritorno in Sud Africa nel 1982. La mostra madrilena punta lo sguardo sul rapporto complementare che unisce la produzione visiva di Kentridge e quella legata all’universo performativo, mettendo in luce i punti di contatto fra i due ambiti.
Woyzeck on the Highveld, Faustus in Africa!, Ubu and the Truth Commission e Il ritorno d’Ulisse sono solo alcuni dei lavori teatrali di Kentridge ‒ nelle vesti di costumista, scenografo e anche regista ‒ celebrati dalla rassegna, con l’intento di stabilire dei parallelismi tra questa tipologia di opere e gli interventi scultorei dell’artista sudafricano.
L’attenzione ai singoli personaggi, al dialogo con il contesto in cui sono calati e alle vicissitudini che li accompagnano, si ritrova sia nelle opere visive sia in quelle performative, evidenziando l’importanza della fase creativa nella poetica di Kentridge. Un gioco di sinergie, testimoniato dall’ampia e variegata selezione di opere esposte.
[Immagine in apertura: William Kentridge, I am not me, the horse is not mine, 2008. Fotogramma dalla performance. Courtesy l’artista, via Artribune]