Due nuovi appuntamenti espositivi coinvolgono la collezione permanente del Musée d’art contemporain de Montréal. All'insegna delle connessioni tra opere storiche e recenti acquisizioni e dell'incontro tra generazioni diversi di autori.
Continua a evolvere con due nuove rassegne, inaugurate a metà dicembre, Pictures for an Exhibition, il ciclo di mostre promosso dal Musée d’art contemporain de Montréal e sviluppato nell’ottica di generare nuove connessioni tra opere storiche e acquisizioni recenti, tra diversi media e artisti di varie generazioni.
Fino al 25 marzo 2018 resterà aperta The Gaze Listens, con la sua riflessione sensoriale sui concetti di ritmo, ascolto e suono; proseguirà invece fino al 19 agosto That’s how the light gets in, che offre una panoramica del lavoro di 15 artisti, canadesi e del Quebec, interessati all’uso della luce. Ad accomunare entrambe le mostre è la scelta di presentare ai visitatori sia nuove acquisizioni dalla collezione MAC, sia opere della collezione permanente che non sono mai state viste dal pubblico.
I riflettori sono puntati sui sensi della vista e dell’udito in The Gaze Listens, una mostra strutturata come una “conversazione” in grado di richiamare il senso dell’udito, anche se la maggior parte delle opere raccolte nel percorso espositivo “sono invisibili all’orecchio, ma percepibili alla vista“.
Nelle opere scelte, tra cui pezzi di Yves Gaucher, Pascal Grandmaison, Barbara Steinman e Takis, una notevole importanza viene attribuita alle implicazioni ottiche e tattili del verbo “ascoltare”. Un esempio significativo è costituito dalla serie fotografica di Pascal Grandmaison Manner, nella quale vengono mostrate pelli di tamburo che portano i segni del tempo e delle ripetute battute inferte sulla loro superficie.
In That’s how the light gets in – in italiano, È così che entra la luce – la luce diventa il parametro più significativo della produzione artistica. Oltre alla sua essenzialità nella vita umana – la sua assenza “compromette” la visione – e alle implicazioni simboliche ad essa associate, la luce diviene materia fondamentale per l’arte. Nella pratica di alcuni artisti questo elemento viene infatti elevato al ruolo più alto, come dimostrano le opere dei quindici artisti canadesi di questa collettiva. Come entra la luce nel loro lavoro? Come plasma il linguaggio di ciascuno? Sono queste le domande che accomunano le ricerche di Marie-Claire Blais, Jérôme Bouchard, Olivia Boudreau, Michel Daigneault, Pierre Dorion, Nicolas Lachance, Stéphane La Rue, Rita Letendre, Elizabeth McIntosh, Yann Pocreau, Leopold Plotek, Monique Régimbald-Zeiber, Marc Séguin, Claude Tousignant e Janet Werner, ovvero gli autori selezionati per questa mostra. Le risposte, estremamente eterogenee, compongono il percorso espositivo.
In questo stesso periodo, inoltre, al MAC restano anche visibili l’ampia retrospettiva dedicata a Leonard Cohan e la collezione permanente; tra le novità rientra la possibilità di scoprire parte della raccolta museale online, in una specifica sezione recentemente lanciata sul sito ufficiale dell’istituzione canadese.
[Immagine in apertura: Yann Pocreau, Cathédrale, 2013 © Yann Pocreau, 2017
Photo: Richard-Max Tremblay]