Ad appena 46 anni, in un hotel di Londra, dove si trovava per una breve sessione di registrazioni, si è spenta improvvisamente Dolores O'Riordan, musicista cantante e chitarrista che si è guadagnata fama mondiale soprattutto con la band irlandese de The Cranberries, presenza incontrastata nelle chart - e nelle vite di molti adolescenti - degli anni Novanta. Ancora sconosciute le cause della morte.
Le notizie sono ancora approssimative, ma un dato è certo: Dolores O’Riordan, leader indiscussa della band irlandese dei Cranberries, è scomparsa oggi, lunedì 15 gennaio. Non si conoscono le cause della morte di una donna che, appena lo scorso 4 gennaio, dal suo profilo Twitter dichiarava che stava per tornare in Irlanda.
Nessun sospetto o indizio, almeno non di pubblico dominio, facevano presagire la dipartita della chitarrista e cantante del gruppo – riunitosi nel 2009 dopo il periodo di maggiore attività e successo, dal 1989 al 2003.
È vero che i Cranberries avevano dovuto interrompere quest’estate il tour – annullando anche la data milanese del 12 giugno, in programma al Teatro degli Arcimboldi – per la necessità di cure proprio da parte della O’Riordan, ma il gruppo aveva spiegato che il problema di salute della cantante riguardava la sua schiena, in particolare la parte alta della sua spina dorsale, motivo per cui non era possibile sottoporre il suo fisico a sforzi eccessivi per ottenere le sue leggendarie performance canore.
Proprio la voce e la tecnica di canto di Dolores O’Riordan rientrano tra i primissimi motivi del successo suo e dei Cranberries.
Dalle ballad del primo album – Everybody Else Is Doing It, So Why Can’t We? uscito nel 1993 – come Dreams e Linger, alle hit più pop-rock del secondo e più conosciuto disco – No Need to Argue, dell’anno seguente – dalla ritmica più sostenuta e alcuni, indimenticabili assoli della cantante (a partire da Zombie, certo), Dolores O’Riordan si è guadagnata un posto di tutto rispetto nella musica mainstream per l’impiego dello jodel in moltissime delle sue canzoni. I suoi passaggi di registro vocale, da quello “pieno” al falsetto, negli assoli in particolare erano sì virtuosistici ma l’esecuzione non era percepibile come fine a se stessa, perché a sostegno di un’espressività tipicamente “rock” e da una potenza di emissione della voce che faceva della minuta, ossuta Dolores O’Riordan una vera “forza”.