In uscita il prossimo 25 gennaio in Italia, il terzo film del cantautore di Correggio arriva a distanza di vent'anni dal fortunato debutto cinematografico, "Radiofreccia". Ancora una volta emerge uno spaccato dell’Emilia.
Sono Stefano Accorsi e Kasia Smutniak i protagonisti della nuova prova da regista del cantautore italiano Luciano Ligabue. Dopo Radiofreccia e Da zero a dieci, l’artista di Correggio è infatti tornato dietro alla macchina da presa per realizzare Made in Italy, in uscita nelle sale italiane il prossimo 25 gennaio. A vent’anni dal fortunato – e pluripremiato – debutto cinematografico, nel nuovo lungometraggio Ligabue dichiara il proprio amore per il Paese d’origine attraverso una storia appassionante e coinvolgente.
Accorsi veste i panni di Riko, un uomo di cinquanta anni nato e cresciuto in Emilia. Porta avanti l’attività già svolta da suo padre, lavorando nello stesso salumificio; è spostato con la parrucchiera Sara, interpretata dall’attrice di origini polacche che quest’anno sarà al cinema anche con Loro di Paolo Sorrentino. La sua è un’esistenza semplice, basata sull’onestà e sul lavoro, nella quale la fatica quotidiana, con le sue difficoltà e talvolta insoddisfazioni, è compensata dai legami affettivi. Questo quadro sembra improvvisamente farsi precario, alimentando dubbi sul futuro, da tutti i punti di vista. È a questo punto che Riko comprende di non volere darla vinta al tempo che inesorabilmente fa il suo corso: rimettendosi in gioco, prova infatti a prendere in mano il suo destino.
Made in Italy si riconnette direttamente all’ultimo disco di Ligabue, di cui ricalca il titolo, uscito nel novembre 2016 e premiato con il triplo platino. Il film è stato girato in larga parte nelle terre care all’artista e include scene in cui compare la sua Correggio. Anche questa volta il ruolo del cantautore è stato ampio: in Made in Italy Ligabue firma infatti soggetto, sceneggiatura, regia e naturalmente musiche. Nella colonna sonora, in uscita il prossimo 23 gennaio, sono comprese 23 tracce, di cui 20 composte da Luciano; a queste vanno a sommarsi tre canzoni dai repertori di Simple Minds, Psychedelic Furs e Waterboys.
“È un film che non ho difficoltà a definire sentimentale perché trovo che sentimento, spesso confuso con melensaggine, sia un bellissimo termine“, ha dichiarato a riguardo Ligabue in una recente intervista, pubblicata su Vanity Fair.