La celeberrima pala d’altare di Guido Reni "La Strage degli innocenti", tra le più significative testimonianze della cultura figurativa delineatasi tra la fine Cinquecento e gli inizi del Seicento, costituisce il fulcro di un nuovo appuntamento espositivo in programma ad Aosta.
È il Museo Regionale Archeologico di Aosta ad accogliere, dal 13 gennaio al 18 febbraio 2018, La strage degli Innocenti di Guido Reni. Considerato tra i capolavori della storia dell’arte italiana, il dipinto proviene dalle collezioni della Pinacoteca Nazionale di Bologna e costituisce il cuore di una “mostra-dossier” curata da Mario Scalini ed Elena Rossoni.
Vissuto tra il 1575 e il 1642, Guido Reni eseguì l’opera nel 1611 per la cappella Berò nella Chiesa di San Domenico, a Bologna. Si tratta di un olio su tela di grandi dimensioni, un dipinto alto più di due metri che offre una magistrale interpretazione del drammatico episodio riportato dal Vangelo di Matteo. Oltre alle valenze simboliche, la pala d’altare testimonia l’alto livello raggiunto dal pittore in quella specifica fase della sua parabola artistica.
Nel percorso della mostra di Aosta lo straordinario dipinto è affiancato da apparati multimediali, che ne documentano la vicenda storica.
Per l’occasione viene presentata anche una Testa di Madonna attribuita a Raffaello proveniente dalle Gallerie Estensi di Modena: una scelta curatoriale direttamente riflessa anche nel titolo della rassegna, denominata Il Raffaellismo di Guido Reni.
“La Strage degli Innocenti – ha sottolinetato il curatore Mario Scalini – è con ogni probabilità il dipinto più noto di Guido Reni. Da un punto di vista schiettamente artistico è importante rendersi conto del percorso costruttivo dell’immagine per comprendere meglio i contenuti filtrati dall’artista e voluti dal committente. Innanzi tutto si deve prendere atto del forte richiamo a Raffaello che, intenzionalmente il maestro volle attuare.”