I suggestivi ambienti di Ca’ Pesaro si preparano a ospitare la rassegna incentrata su uno degli artisti storicamente legati alla sede espositiva veneziana. Autore di una pittura che ha fatto epoca.
Era uno dei “giovani ribelli” che componevano il panorama dell’arte veneziana di inizio secolo, Gino Rossi. Insieme ad Arturo Martini, Umberto Boccioni e Felice Casorati, l’artista nato in Laguna partecipò, poco più che ventenne, alle prime mostre ospiti di Ca’ Pesaro, la sede consegnata dalla contessa Felicita Bevilacqua La Masa alla città di Venezia allo scopo di accogliere e promuovere la creatività delle giovani leve dell’arte locale.
A distanza di 70 anni dalla sua scomparsa, proprio Ca’ Pesaro ‒ parte integrante dei musei civici veneziani ‒ rende omaggio a Gino Rossi con una rassegna che, dal 23 febbraio al 20 maggio, evocherà la rivoluzionaria poetica dell’artista, impegnato a gettare le basi di un linguaggio visivo d’avanguardia, sovvertendo i canoni tradizionali della pittura classica.
Curata da Luca Massimo Barbero ed Elisabetta Barisoni, Gino Rossi a Venezia non si limita a riunire alcuni preziosi capolavori dell’artista veneziano ‒ come i celeberrimi paesaggi o i ritratti a linee piatte e nette e a colori vivaci ‒ ma vi accosta le opere dei colleghi Boccioni, Casorati e Martini; simbolo, insieme a Rossi, di un clima culturale in fermento, votato alla sperimentazione negli anni che anticiparono il primo conflitto mondiale.
[Immagine in apertura: Gino Rossi, Marina – Douarnenez, 1910 circa, Fondazione Musei Civici di Venezia, Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro, Venezia – dono Nino Barbantini, 1938 © Archivio fotografico – Fondazione Musei Civici di Venezia]