Il dialogo tra l’artista novecentesco e i suoi modelli pittorici è al centro della mostra torinese al Museo Ettore Fico, che ne ripercorre la storia creativa attraverso 150 opere.
Fino al 22 aprile il Museo Ettore Fico di Torino fa da cornice a Filippo de Pisis. Eclettico connoisseur fra pittura, musica e poesia, la rassegna espositiva dedicata a uno degli artisti italiani più celebri del secolo scorso. Curata da Elisa Camesasca, Paolo Campiglio e Maddalena Tibertelli de Pisis, la mostra innesca un dialogo fra i lavori dell’artista e i suoi modelli, ripercorrendone la carriera e l’evoluzione stilistica.
Un racconto visivo lungo un trentennio, che prende origine dalla nota passione di de Pisis per la storia dell’arte e che punta i riflettori sui modelli cui il pittore si rifece nell’arco della sua vita. Il naturalismo e la pittura francese, il tratto di Soutine, la tecnica a pastello di Toulouse-Lautrec e la lezione di de Chirico, Savinio e Carrà sono solo alcuni degli spunti che compongono la pratica di de Pisis, collocandolo pienamente nello spirito del suo tempo.
Grazie al dialogo con il passato e il presente, nonché alla frequentazione dei musei europei, de Pisis elaborò un linguaggio pittorico unico e inconfondibile, ben testimoniato dalla circa 150 opere riunite nella mostra torinese, che spaziano dai dipinti ai disegni.
Organizzata in sezioni, la rassegna crea una serie di rimandi tra gli interessi di de Pisis e la sua arte: ecco dunque emergere l’inclinazione poetica, la passione per l’antiquariato e il collezionismo, il mondo musicale della lirica e l’amore per il museo e le civiltà del passato. Elementi costanti attorno a cui è costruita l’epopea di de Pisis.
[Immagine in apertura: Filippo de Pisis, Natura morta, 1930 ca]