Le Officine Grandi Riparazioni fanno da cornice a una rassegna molto attesa, che accende i riflettori sulla poetica di Tino Sehgal, la cui arte è basata su uno stretto rapporto con il pubblico.
Fino al 17 maro le OGR ‒ Officine Grandi Riparazioni di Torino ospitano il grande ritorno in Italia di Tino Sehgal, dopo l’esposizione del 2008 alla Fondazione Nicola Trussardi e dopo aver rappresentato la Germania alla Biennale di Venezia del 2005. Anche stavolta Sehgal mette in scena un progetto basato su un fitto dialogo con il pubblico, nota distintiva della sua poetica, con la curatela di Luca Cerizza.
La mostra torinese prende le mosse da una complessa coreografia, che vede la partecipazione di 50 interpreti e che è pensata da Sehgal come un unico movimento, continuamente mutevole. Le singole opere dell’artista fungono da specifiche “situazioni” calate in un gioco di rimandi e dialoghi, nel quale lo spettatore gioca un ruolo attivo ed essenziale.
Non mancano i richiami alla storia dell’arte recente, basti pensare ai video di Bruce Nauman e Dan Graham, evocati da Sehgal in Instead of allowing some thing to raise up to your face dancing bruce and dan and other things, oppure al tema del bacio, topos ricorrente della creatività, cui si ispira Kiss, o, ancora, alla versione fornita da Sehgal del progetto No Ghost Just A Shell, ideato da Philippe Parreno e Pierre Huyghe.
L’approccio dialogico e inclusivo adottato da Sehgal nei confronti dell’arte trova in These Associations il proprio culmine. Canto, parole e movenze corporee animano una coreografia articolata, volta a generare momenti di incontro e relazione fra interpreti e pubblico nello spazio delle OGR.