Dozzine di porte e infissi ricavati dagli antichi hutong di Pechino, demoliti a partire dagli anni Novanta per far posto a nuovi edifici, sono state utilizzate dall'artista cinese per la grande opera "Through the Wall", attualmente esposta nel museo olandese.
Realizzata nel 2016, Through the Wall è l’installazione dell’artista cinese Song Dong attualmente esposta al Museo Voorlinden, tra le più recenti istituzioni culturali aperte nei Paesi Bassi, situato a una trentina di chilometri da Rotterdam.
Dopo l’anteprima mondiale in occasione di Art Basel Unlimited, nel 2017, questo monumentale lavoro – alto oltre 4 metri e lungo 9 metri – debutta in un museo europeo, rinnovando la sua “sfida” ai visitatori.
Analogamente a quanto avviene per le colossali “sculture percorribili” di Richard Serra, anche nel caso di Through the Wall i fruitori sono infatti incoraggiati a una “sperimentazione” in piena autonomia, muovendosi all’interno di un’opera che annulla il concetto di muro come barriera impenetrabile, reinterpretandolo nella forma di “passaggio segreto”. Penetrando all’interno dell’opera, infatti, l’effetto è caleidoscopico e all’idea di muro come demarcazione netta tra due spazi si sostituisce un sorprendente spazio, tutto da percorrere.
Interamente rivestita di specchi, Through the Wall riflette le centinaia di luci sospese al proprio interno, generando infinite proiezioni. Ispirata agli antichi divisori decorativi cinesi – noti come Yíngbì o Zhàobì – posizionati nei pressi dell’entrata di un’abitazione per allontanare gli spiriti maligni, l’opera è costituito da porte e infissi recuperati dalle abitazioni dai vecchi hutong di Pechino, oggetto di una lenta ma costante azione di demolizione, necessaria per sostenere i vorticosi ritmi della modernizzazione della Cina.
[Immagini: Song Dong, Through the Wall, 2016, Collection museum Voorlinden, Wassenaar. Photo: Dawn Blackman, courtesy Pace Gallery]