In occasione del duecentocinquantesimo anniversario della morte di Canaletto, la Sala delle Nicchie di Palazzo Pitti accoglie un'accurata selezione di dipinti risalenti al Secolo dei Lumi, tra cui vedute di Venezia e scorci di Firenze, Roma e Napoli che alimentarono la fama del Grand Tour in Italia.
È un’immersione nelle atmosfere del Settecento, quella proposta a Firenze dalla nuova mostra di Palazzo Pitti. Fino al 15 aprile, la Sala delle Nicchie della reggia fiorentina accoglie infatti Il Settecento. Una selezione, un progetto espositivo curato da Alessandra Griffo che del “Secolo dei Lumi” restituisce soprattutto la vocazionale laicità, insistendo su alcuni peculiari aspetti di quell’epoca.
L’appuntamento, promosso in occasione del 250esimo anniversario della morte di Canaletto, è arricchito da due sue vedute di Venezia, affiancate da scorci di Firenze, Roma e Napoli. Una modalità per ricordare come nel Settecento nasca “il mito” del Grand Tour in Italia, senza tuttavia che venga meno l’interesse per le mete lontane ed esotiche, come testimoniano le due precoci scene “turchesche” realizzate per gli ultimi Medici.
In quel secolo, infatti, “perfino i confini geografici si fecero più labili e gli scambi internazionali più fitti: un poeta italiano si fa ritrarre da un francese, un olandese dal nome italianizzato, Vanvitelli, concorre alla nascita del vedutismo italiano e poco dopo un inglese contribuisce all’iconografia di Firenze”, ha sottolineato Alessandra Griffo.
Ulteriore spazio è concesso alla raffigurazione di donne e uomini del tempo, ad esempio con il ritratto della contessa di Chinchón, eseguito da Goya sulle soglie dell’Ottocento, e al mondo privato delle corti, con un’opera che getta luce sulla vita intima di famiglia attraverso le figure dei fanciulli di Chardin e dei loro giochi.
“Le collezioni settecentesche delle Gallerie degli Uffizi contano più di cinquecento dipinti, ma sono forse meno note al grande pubblico rispetto ai capolavori rinascimentali – ha dichiarato il Direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt. – Abbiamo voluto selezionare alcune opere tra le più significative, tra quelle in deposito e quelle nelle sale già dedicate agli stranieri, e dare così un assaggio del respiro veramente europeo della raccolta“.
[Immagine in apertura: Vincenzo Torregiani, Veduta dell’Arno con ponte Santa Trinita,
1750 c., Firenze, Gallerie degli Uffizi, Galleria delle Statue e delle Pitture]