Dopo le tappe in Finlandia e nel Regno Unito, la retrospettiva che ripercorre tutte le fasi salienti della carriera dell'artista inglese, vincitore del Turner Prize 2007, approda per la prima volta in Italia, a Prato.
Inaugurata con una conversazione tra l’artista e la neo direttrice del Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato, la mostra Mark Wallinger Mark sarà ricordata come la prima personale in Italia dell’autore inglese.
Originario di Chigwell, dove è nato nel 1959, e vincitore del Turner Prize 2007 con l’installazione State Britain, Wallinger è considerato una delle voci più significative dell’arte contemporanea nel Regno Unito.
In grado di muoversi con agilità tra una pluralità di mezzi espressivi – pittura, scultura, fotografia, video, installazione, performance e arte pubblica – l’artista è attualmente attivo con una ricerca sul tema dell’identità, dopo aver indagato i concetti di potere, autorità, inganno e illusione negli anni scorsi.
Aperta fino al 3 giugno prossimo, la retrospettiva ripercorre tutte le fasi salienti della sua carriera, offrendo al pubblico l’opportunità di cogliere nel profondo il senso della sua pratica artistica.
Tra le opere presentate a Prato rientra la serie Self Portraits (2007-2015), nella quale l’artista impiega la lettera maiuscola “I” (“Io”), il pronome personale inglese che ognuno utilizza per riferirsi a se stesso, e cerca di estrarne una forza espressiva.
Gli stereotipi razziali e culturali sono invece al centro di Passport Control (1988), una serie formata da ingrandimenti di alcune sue fotografie di passaporti, rielaborate con scarabocchi di pennarello e bianchetto, attraverso la quale Wallinger dimostra anche uno sguardo acuto e longevo rispetto alle questioni più urgenti dei giorni nostri.
Nel percorso di visita rientra anche la nuova opera site-specific Pietre Prato (2018), realizzata per la mostra e capace di delineare un’occasione di riflessione sulla mortalità e sul tema della scomparsa.
[Immagine in apertura: Mark Wallinger, Ecce Homo, 1999 – 2000, Installation view St. Paul’s Cathedral, London/UK, 2017. Courtesy the artist and Hauser & Wirth. Photo © Graham Lacdao]