A 40 anni di distanza dal drammatico sequestro che si concluse con l'uccisione di Aldo Moro, uno spettacolo prova a ripercorrere il dramma dei 55 giorni che tennero l'Italia con il fiato sospeso combinando, per la prima volta, teatro e musica.
Ricostruire il convulso scenario degli “anni di piombo” e una delle pagine più drammatiche della storia repubblicana italiana – il sequestro e la successiva uccisione di Aldo Moro, che costò la vita anche a 5 agenti della sua scorta – con il linguaggio del musical: è questa la “sfida” lanciata da Piombo. Una canzone vi seppellirà.
Questo esperimento di musical politico, nel quale teatro e canzone si combinano sulla scia della cronaca e della storia, calcherà le scene bolognesi dal 2 al 4 marzo prossimo.
Compreso nella “stagione antifascista” di Teatri di Vita – ribattezzata Di tutta l’erba 1 fascio – lo spettacolo scritto da Gipo Gurrado è interpretato dalle compagnie Tiktalik Teatro e Odemà. 5 attori e due musicisti – Enrico Ballardini, Davide Gorla, Giulia D’Imperio, Andrea Lietti, Elena Scalet, Gipo Gurrado, Mauro Sansone – rievocheranno le 55 giornate del sequestro Moro, esattamente 40 anni dopo.
Lontano dalla retorica, dai luoghi comuni e attraverso un punto di vista inedito, lo spettacolo prova a raccontare una fase della storia italiana distante nel tempo, ma che presenta “inquietanti similitudini col presente“.
Scrive l’autore, Gipo Gurrado – fondatore nel 2010 di Tiktalik Teatro: “Cosa avrei fatto io se avessi avuto venticinque o trent’anni nel 1978? Cosa avrei fatto se fossi stato un operaio della Siemens? Mi sarei unito alle proteste e alle lotte operaie? E se fossi stato un politico da che parte mi sarei schierato durante il caso Moro, con il fronte della fermezza o con chi chiedeva una trattativa? (…) Sono domande impossibili alle quali non si può rispondere, ma si può cercare di capire, di ricostruire, di immaginare. Perché il nodo con il passato è legato stretto e bisogna cercare di scioglierlo delicatamente altrimenti si strappa il filo che ci lega al passato e tutto va perso. E il teatro, la musica, possono provare a sciogliere questo nodo.”