Robot sempre più efficenti estendono il loro contributo anche al settore della produzione artistica, rendendo più confusi i confini tra opera, autore e macchina. Una mostra a Parigi raccoglie 40 voci dell'arte contemporanea.
Intrecci, connessioni e convergenze tra robotica e arte vengono sondati dalla collettiva Artistes et Robots, visitabile fino al 9 luglio al Grand Palais di Parigi.
Curata da Laurence Bertrand Dorléac e Jérôme Neutres, la mostra raccoglie i contributi di 40 artisti internazionali delineando un percorso coerente nel quale le categorie di spazio, tempo e azione vengono analizzate a partire dall’impatto su umani… e non umani.
Algoritmi che generano all’infinito output visivi, esperienze virtuali coinvolgenti, software interattivi concepiti da artisti come Miguel Chevalier, Pascal Haudressy, Memo Akten e Ryoji Ikeda offrono una visione di quanto sta avvenendo nell’ambito artistico con l’introduzione di tutta una serie di nuovi media.
In un quadro complessivo di rafforzamento delle influenze tra tecnologie digitali e attività umana, non solo settori come la produzione industriale, la microbiologia e la psicologia risultano infatti plasmati dall’introduzione dell’Intelligenza Artificiale. Mentre i confini tra
“strutture digitali” e umane assumono una consistenza sempre meno netta, Artistes et Robots avanza una gamma nuova di quesiti: è ancora possibile definire una distinzione univoca tra artista, opera d’arte e robot? Quali timori o valori possono derivare dal sempre più ampio impiego di nuove tecnologie?
[Immagine in apertura: Michael Hansmeyer, Astana Columns30, fonte: sito dell’artista]