A cinque anni dalla sua scomparsa, il fotografo viene omaggiato da una mostra in apertura ad Aosta, nel cui percorso di visita sono incluse anche opere inedite dedicate, tra l'altro, alla regione italiana.
Sono ben 200 le immagini, opera di Gabriele Basilico, comprese nel percorso di visita della mostra con cui il Museo Archeologico Regionale di Aosta tributa un omaggio al grande fotografo italiano.
Aperta dal 28 aprile al 28 settembre, l’esposizione incoraggia una lettura in profondità dell’idea di progettualità impressa nello sguardo di Basilico, architetto di formazione, fortemente interessato ai temi dell’urbanistica, del paesaggio e dell’antropizzazione dei contesti naturali.
Curata da Angela Madesani, in collaborazione con Giovanna Calvenzi, Gabriele Basilico, la città e il territorio comprende diversi inediti, tra cui una selezione di immagini della Valle D’Aosta, risalenti al 1991, insieme a 8 grandi fotografie a colori di Beirut ricostruita, realizzate nel 2011 in occasione di una missione per Solidere.
In particolare, nella serie dedicata alla regione che ospita la mostra, Basilico si misura con il contesto montano, arrivando a disegnare – come ha affermato la curatrice – “attraverso trenta tappe, le strade d’accesso alla regione. La finalità di questo rigoroso lavoro è quella di rendere più che mai leggibile il territorio, per favorirne la conoscenza attraverso la complessità resa evidente dalla fotografia. Le strade, i ponti, i percorsi alpini, le vie sono assoluti di questo lavoro in cui l’uomo è presenza invisibile“.
Scomparso nel 2013, Basilico viene presentato in occasione di questo appuntamento con una visione estesa, che comprende la sua intera opera. Stutturato secondo nuclei di ricerca, invece di seguire un ordinamento squisitamente cronologico, il percorso di visita include anche alcuni dei suoi lavori più noti, tra cui Milano Ritratti di fabbriche, considerati il punto di avvio delle sue indagini sulle città del mondo.
[Immagine in apertura: Gabriele Basilico, dalla serie 1997 Gottardo, Svizzera. Realizzata per la Banca del Gottardo]