La nuova puntata della serie “Il mistero dei capolavori perduti” narrerà una vicenda passata alla Storia: l’incendio che danneggiò due capolavori di Monet custoditi dal MoMA di New York.
Si rinnova su Sky Arte HD il consueto appuntamento con la serie che dà voce ai capolavori perduti, opere d’arte andate distrutte per sempre in seguito alle cause più disparate. Durante l’episodio in onda giovedì 26 aprile, l’attenzione si focalizzerà su uno dei Maestri dell’Impressionismo, autore delle celeberrime Ninfee.
Stiamo parlando di Claude Monet, le cui opere dedicate al suggestivo fiore acquatico rappresentano un unicum nella storia della pittura. Dopo la morte dell’artista, che in vita aveva distrutto numerosi dipinti spinto da una feroce autocritica, molti lavori di questa serie furono donati al Museo dell’Orangerie di Giverny e oggi sono esposte in due sale ovali progettate ad hoc.
Nonostante all’inizio fossero state bocciate dai critici e dal pubblico, intorno agli anni Cinquanta le enormi tele di Monet cominciarono a riscuotere successo e il MoMA di New York decise di acquistare due dipinti rappresentanti le Ninfee. L’acquisto accelerò la crescita dello notorietà di Monet, che iniziò a essere considerato un precursore dell’Espressionismo astratto.
Purtroppo, però, nel 1958, al MoMa scoppiò un incendio mentre alcuni operai si occupavano dell’installazione dell’impianto di condizionamento. Uno di loro morì e diversi vigili del fuoco furono sottoposti al trattamento per l’inalazione da fumo.
La maggior parte dei dipinti sul piano interessato dalle fiamme si salvarono, ma alcuni furono gravemente danneggiati e, tra questi, entrambe le Ninfee di Monet. Il pubblico rimase sconvolto dalla drammatica notizia e, grazie a donazioni di svariate entità, in poco più di un anno il museo riuscì ad acquistare un altro quadro dal figlio di Monet, ancora oggi esposto nelle sale d’oltreoceano.
La sfida che Factum Arte dovrà affrontare sarà enorme e il pubblico potrà seguire le imprese del team nel corso dell’operazione di ricerca che parte dalla tela carbonizzata per poterla riprodurre.
Oltre ai pannelli del Museo dell’Orangerie, Monet realizzò probabilmente altre opere di dimensioni simili. Il team avvierà un’ampia analisi, grazie a una dettagliata indagine fotografica sullo studio dei colori.