Freespace, ovvero la generosità e il senso di umanità che l’architettura colloca al centro della propria agenda, è il tema guida della 16. Mostra Internazionale di Architettura. Fino al 25 novembre 2018, naturalmente a Venezia.
Dopo una lunga attesa, carica di anteprime, incarichi e aspettative, per la 16. Mostra Internazionale di Architettura di Venezia è arrivato il momento di presentarsi al pubblico. Primo weekend di apertura per l’edizione Freespace, tema scelto dal duo curatoriale formato dalle progettiste irlandesi Yvonne Farrell e Shelley McNamara, fondatrici del 1978 dello studio di architettura Grafton Architects.
Come da tradizione, la Mostra coordinata dalle curatrici si snoda tra il Padiglione Centrale ai Giardini e l’Arsenale, dando visibilità a 71 partecipanti provenienti da tutto il mondo. Nel suo percorso di visita sono quest’anno incluse due sezioni speciali: in Close Encounter, meetings with remarkable projects 16 partecipanti sono stati chiamati a misurarsi con altrettanti interventi di architetti del passato; in The Practice of Teaching l’attenzione si sposta sull’ambito dell’insegnamento della disciplina, attraverso il contributo e le esperienze di 13 partecipanti.
Il tema Freespace, inoltre, è stato declinato ed elaborato dalle 63 partecipazioni nazionali, che includono sei Paesi al proprio debutto in questa manifestazione: Antigua & Barbuda, Arabia Saudita, Guatemala, Libano, Pakistan e Santa Sede. Quest’ultimo Paese, in particolare, occupa una porzione del bosco sull’Isola di San Giorgio Maggiore e presenta un intervento senza precedenti: 10 progettisti internazionali, diversi per linguaggio e generazione di appartenenza, sono stati invitati a rileggere l’archetipo della piccola cappella nel bosco, ispirandosi come modello ideale alla Cappella della foresta progettata da Gunnar Asplunde Sigurd.
“Esempi, proposte, elementi – costruiti o non costruiti – di opere che esemplificano le qualità essenziali dell’architettura“, ma anche interventi su scala ambientale offrono una paranomica dell’architettura contemporanea globale.
In concomitanza con l’apertura al pubblico sono stati resi noti i premi conferiti dalla giuria, composta in questa edizione da Sofía von Ellrichshausen (Presidente di Giuria, Argentina), Frank Barkow (Stati Uniti), Kate Goodwin (Australia), Patricia Patkau (Canada), Pier Paolo Tamburelli (Italia).
Al Padiglione della Svizzera, con l’intervento dal titolo Svizzera 240. House Tour è stato conferito il Leone d’Oro per la miglior Partecipazione Nazionale; all’architetto portoghese Eduardo Souto de Moura, con un intervento in mostra alle Corderie dell’Arsenale, è stato conferito il Leone d’Oro per il miglior partecipante. Inoltre, il Cda della Biennale di Venezia, presieduto da Paolo Baratta, ha scelto di attribuire il Leone d’Oro alla carriera allo storico dell’architettura Kenneth Frampton.
Tra i Paesi partecipanti, infine, non manca l’Italia che, con la direzione dall’architetto Mario Cucinella, propone un’indagine sulle aree interne e sulle possibili risposte che l’architettura può offrire alle loro problematiche con i 5 “progetti sperimentali ibridi” di Arcipelago Italia e il suo ampio repertorio narrativo.
[Immagine in apertura: Souto Moura – Arquitectos, Eduardo Souto de Moura, Vol de Jour, 2018. 16. Mostra Internazionale di Architettura – La Biennale di Venezia, FREESPACE. Photo by Francesco Galli. Courtesy: La Biennale di Venezia]