Pechino si appresta ad accogliere “Italian Piano Experience”, una multiforme kermesse che tra mostre, recital e conferenze ripercorrerà l’evoluzione degli strumenti a tastiera. Dal 17 maggio al 3 giugno prossimo.
Nato in Italia sul finire del Seicento, destinato a imporsi in tutto il mondo: stiamo parlando del pianoforte, i cui tre secoli di storia saranno al centro di un evento senza precedenti a Pechino.
La Italian Piano Experience, in programma nella capitale cinese dal 17 maggio al 3 giugno, racconterà infatti l’evoluzione degli strumenti a tastiera e, in particolare, l’affascinante storia del pianoforte.
Il format – destinato a essere riproposto in Italia dal 28 al 30 settembre, in occasione di Cremona Musica 2018 – combina mostre, recital, conferenze ed esibizioni di alcuni dei maggiori interpreti italiani della tastiera. Sono stati anche annunciati i concerti di Claudio Brizi, che accompagnerà gli ascoltatori alla scoperta delle sonorità antiche del cembalo, dell’organo e dell’harmonino, e di Roberto Prosseda, ideatore e direttore artistico del festival, cui è affidata al chiusura dell’appuntamento con un live eseguito con il Pedalpiano, uno “strumento antico e moderno insieme”, presentato in Cina per la prima volta in questa occasione.
La scelta di questo Paese per fare a cornice al debutto di Italian Piano Experience non è casuale: il “gigante asiatico” è infatti il primo mercato mondiale per i pianoforti e con l’Italia è legato da una sorta di “ponte culturale”, connesso anche a questo strumento e ai suoi antenati.
Nel Cinquecento, infatti, il prete gesuita Matteo Ricci fece pervenire alla corte di Wan Li, della dinastia dei Ming, il primo clavicembalo italiano; più tardi, all’inizio del Novecento, Matteo Paci intraprese un’opera di educazione e produzione musicale in Cina, che sarebbe confluita nella nascita della prima orchestra sinfonica moderna cinese.