Il Guggenheim Museum di Bilbao si accinge ad alzare il sipario su una esposizione che ripercorre le vicende dell’arte contemporanea cinese, dal 1989 al 2008.
È una mostra destinata a passare alla Storia quella che, dall’11 maggio al 23 settembre, andrà in scena fra le sale del Guggenheim Museum di Bilbao. La rassegna, intitolata Art and China after 1989: Theater of the World, si configura come la più ampia esposizione mai dedicata allo scenario creativo della Cina contemporanea, riunendo circa 60 artisti e 120 opere.
Organizzata dal Solomon R. Guggenheim Museum, l’esposizione accende i riflettori su un ventennio cruciale, che affonda le radici nel 1989, anno della protesta di Tienanmen, e raggiunge il 2008, cornice temporale dei Giochi Olimpici di Pechino. Dalla fine della Guerra Fredda alla diffusione sempre più massiccia delle dinamiche globali, fino all’ascesa economica della Cina, la mostra ripercorre le concitate evoluzioni del colosso d’Oriente, usando l’arte come chiave di lettura.
Suddivisa in 6 sezioni tematiche e cronologiche, la mostra riunisce lavori realizzati con linguaggi creativi diversi ‒ dalla fotografia alla pittura, dall’installazione alla videoarte ‒ da artisti appartenenti a due generazioni, calati in un contesto fortemente attuale eppure sempre con uno sguardo rivolto alle tradizioni del proprio Paese d’origine.
Capitalismo, utopia, realtà e attivismo sono solo alcuni dei grandi nuclei attorno a cui prendono forma le opere di artisti del calibro di Ai Weiwei, Cai Guo-Qiang, Cao Fei, Chen Zhen e Qiu Zhijie, restituendo un affresco composito della Cina contemporanea.
[Immagine in apertura: Cao Fei, RMB City: A Second Life City Planning by China Tracy (aka Cao Fei), 2007]