Il 2 giugno si alza il sipario su "Odilon Redon. La littérature et la musique", la grande retrospettiva che il Kröller-Müller Museum di Otterlo dedica quest'anno a una delle più significative voci del Simbolismo pittorico.
Saranno ben 167 le opere di Odilon Redon – tra dipinti, pastelli, disegni e litografie – esposte nel Museo Kröller-Müller di Otterlo, nei Paesi Bassi, a partire dal 2 giugno prossimo. L’istituzione culturale olandese celebra con la retrospettiva Odilon Redon. La letteratura e la musica il pittore francese considerato il maggiore rappresentante del simbolismo pittorico.
Scomparso a Parigi, nel 1916, l’artista è noto per la peculiare capacità di offrire, attraverso i suoi lavori, una traduzione del concetto di sinestesia tipico della fine del XIX secolo: si tratta dell’idea che ogni singola esperienza possa risultare intensificata dall’uso contemporaneo di più sensi.
Visitabile fino al 9 settembre e curata da Cornelia Homburg, la mostra rappresenterà il “fiore all’occhiello” dell’offerta espositiva del museo olandese nel periodo estivo. Tra gli obiettivi del progetto rientra l’indagine delle modalità attraverso le quali, traendo ispirazione dall’antichità classica e da autori come Richard Wagner, Edgar Allan Poe e Charles Baudelaire, Redon sia riuscito a porsi in ascolto del suo tempo.
Stretta tra cambiamenti epocali e ansie, l’Europa di fine dell’Ottocento fece da cornice alla produzione dell’artista che, dall’analisi di fonti letterarie e musicali relative a diversi periodi storici, riuscì a fissare su tela stati d’animo e sensazioni condivisi.
Autodefinitosi “pittore sinfonico”, il suo lavoro viene analizzato in profondità dall’appuntamento espositivo olandese: per l’occasione, in un’unica sede, sono riuniti prestiti provenienti da collezioni pubbliche e private, oltre a opere appartenenti alla collezione permanente dello stesso Museo Kröller-Müller.
“I miei disegni ispirano e non forniscono definizioni”, scriveva l’artista nella sua raccolta autobiografica di pensieri, pubblicata postuma una prima volta nel 1922 e poi nel 1961. “Non determinano nulla. Proprio come la musica ci collocano in un ambiguo mondo dell’indeterminato”.
La rassegna, delineando una visione senza precedenti per ampiezza e varietà della sua produzione, cercherà di cogliere l’essenza della poetica di Redon.
[Immagine in apertura: Odilon Redon, Pégase (Pegasus), dettaglio, 1895-1900, collezione privata]