Nel Kurdistan iracheno continuano ad affiorare preziose testimonianze archeologiche: le ricerche condotte dall'ateneo tedesco di Tubingia hanno permesso di risolvere il mistero dell'esatta collocazione di un'antica città, ritenuta a lungo perduta.
Nell’attuale Regione autonoma del Kurdistan, nel Nord dell’Iraq, i ricercatori dell’Università di Tubinga, in Germania, hanno portato ala luce l’antica città di Mardaman, ritenuta a lungo perduta.
Il processo di riscoperta di questo centro, originariamente appartenente all’Impero Assiro, prende il via alcuni anni fa, quando nel corso di una campagna di scavi nel villaggio di Bassetki da un’anfora (nell’immagine in apertura, credits Peter Pfälzner, University of Tübingen) riportata alla luce sono riemerse oltre 90 tavolette cuneiformi sumere.
Il vaso in questione avrebbe agito come una “capsula del tempo”, favorendo grazie alla presenza di argilla al proprio interno la conservazione di queste testimonianze scritte. Sottoposte all’analisi dei ricercatori e filologi, le tavolette hanno permesso di venire a capo del mistero, rimasto fino a quel momento insoluto, della città perduta.
Nello specifico, hanno permesso di chiarire la collocazione geografica dell’antica Mardaman, la cui storia, complessa e affascinante, affonda le proprie origini in tempi remoti. Si ritiene infatti che questa antichissima destinazione in Mesopotamia abbia avuto un periodo di maggiore prosperità tra il 2200 e il 1200 avanti Cristo, ma anche che sia stata conquistata e distrutta a più riprese.