Le case di appuntamento spagnole, immortalate durante il giorno, quando sono chiuse al pubblico e quasi impercettibili: sono il soggetto scelto dal fotografo Pablo Balbontin Arenas. Fino al 26 agosto le immagini di questa sera sono esposte negli spazi di Camera – Centro Italiano per la Fotografia, a Torino.
Di nazionalità spagnola, Pablo Balbontin Arenas si è formato in giornalismo a Madrid; a metà degli anni Novanta, a Torino, ha iniziato a collaborare con l’agenzia Grazia Neri, per poi dedicarsi all’insegnamento di fotografia e reportage allo IED.
Proprio il capoluogo piemontese accoglie fino al 26 agosto la sua personale Media Hora: una serie di toccanti opere dell’artista resterà esposta durante l’estate nella Project Room di CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia.
Attraverso gli scatti di Media Hora, Balbontin Arenas invita a soffermarsi sul tema dell’invisibilità, esaminato a partire da un soggetto specifico: le case di appuntamento spagnole, colte negli orari di chiusura. Questi edifici, seppur disomogenei per caratteristiche, sono accomunati dalla medesima funzione: dietro un’apparente innocuità, in un certo senso enfatizzata dalla luce del giorno e dalla “mimesi” con l’ambiente urbano circostante, nascondono realtà drammatiche, sofferenza, forme di schiavitù.
Con la serie fotografica Media Hora, Balbontin Arenas prosegue la propria indagine sull’apparenza visiva, concentrando in questo caso l’attenzione su un tema socialmente rilevante come l’abuso delle donne provenienti dai paesi in via di sviluppo: recluse e prive di documenti, in luoghi dall’aspetto kitsch e volgare – niente altro che paradisi illusori – sono obbligate a prostituirsi dalla mafia della tratta di persone.
[Immagine in apertura: “Club Top Girl”, Bellavista Sevilla, 2014 © Pablo Arenas Balbontin]