Con la monografica "Alexander Rodchenko. Revolution in Photography", il Real Albergo dei Poveri di Palermo continua a indagare il mondo della fotografia. Il nuovo appuntamento espositivo, infatti, va ad affiancarsi alla mostra in corso dedicata al reporter Robert Capa.
Raddoppia l’appuntamento con la grande fotografia internazionale nelle sale del Real Albergo dei Poveri, a Palermo. Oltre a Robert Capa Retrospective, la mostra che celebra i 70 anni dalla fondazione della “mitica” agenzia Magnum Photos ed è arricchita da una sezione speciale dedicata alla fine dell’occupazione tedesca in Sicilia, l’edificio monumentale del capoluogo siciliano accoglie, a partire dal 19 giugno, anche Alexander Rodchenko. Revolution in Photography.
Nella Capitale Italiana della Cultura 2018, che nei giorni scorsi si è guadagnata l’attenzione del mondo dell’arte a livello globale con l’apertura di Manifesta 12, questa nuova mostra contribuisce a rendere il Real Albergo un “vero e proprio polo dedicato alla fotografia“, da visitare anche con un biglietto unico.
Facendo luce sulla produzione e sulla vicenda del poliedrico artista russo, profondamente legato al movimento costruttivista, il percorso espositivo si snoda tra più di 150 sue fotografie e include i negativi originali risalenti agli anni Venti e Trenta.
Esponente di primo piano dell’avanguardia sovietica del Novecento, Rodchenko è noto anche come “il padre della fotografia sovietica”; al suo nome viene associato un vero e proprio “metodo” fotografico, contraddistinto da composizioni in diagonale, prospettive scorciate, punti di ripresa insoliti dal basso verso l’alto e viceversa.
Inizia a sperimentare con la fotografia sul finire degli anni Venti, utilizzando una Leica e da subito assegna un ruolo di primo piano all’angolazione. Rodchenko riconosce in questo aspetto “il solo modo per bilanciare l’immagine piatta e consolidata di una società, quella russa, che tende a massificare ogni sospiro“. Progressivamente la fotografia si impone sulla pittura e l’artista si afferma come voce rivoluzionaria e innovativa; il suo destino sarà quello di diventare un punto di riferimento anche per le generazioni successive.
Come testimonierà la mostra palermitana, le sue opere in ambito fotografico determineranno un profondo rinnovamento nel modo di concepire la natura della fotografia e il ruolo stesso del fotografo. I lavori esposti a Palermo, provenienti dalla collezione del Multimedia Art Museum di Mosca, restituiscono l’immagine di un autore per il quale la fotografia “anziché mero riflesso della realtà, diviene anche uno strumento per la rappresentazione visiva di costruzioni intellettuali dinamiche“.
Aperta fino al 23 settembre, la mostra è curata della direttrice del Museo di Arti visive di Mosca, Olga Sviblova, insieme alla direttrice dell’Istituto Italiano di Cultura di Mosca, Olga Strada.