Si rinnova anche questa estate il tradizionale appuntamento con il Festival des Architectures Vives, che rende temporaneamente accessibili luoghi privati della città di Montpellier, grazie a installazioni site-specific progettate da architetti emergenti.
Già da alcuni anni, ogni estate, il Festival des Architectures Vives anima il centro storico di Montpellier nel segno dell’architettura temporanea. In occasione della kermesse, quest’anno in programma fino al 17 giugno, i cortili privati dei palazzi cittadini e altri siti urbani accolgono installazioni site-specific di arte pubblica. Si tratta di luoghi in larga parte non accessibili, la cui apertura estende il tradizionale circuito di visita in città, per i turisti quanto per i residenti.
Come nelle passate edizioni, nella progettazione di questi interventi temporanei sono stati coinvolti giovani studi di architettura: si tratta di 10 team emergenti, in larga parte provenienti dalla Francia.
Tutti i partecipanti sono stati incoraggiati a concepire un lavoro sul tema SENcity, scelto come fil rouge di questa edizione di FAV. Qual è il reale impatto della “smart city” nelle nostre vite? In quale modo le tecnologie emergenti influiscono sulla scena urbana? Molteplici gli spunti di riflessioni offerti dagli architetti, pur partendo dalle medesime domande.
Il gruppo costituito da Judith Busson Taridec, François Cattoni, Camille Jeanblanc e Yoan Brazy, ad esempio, occupa il cortile dell’Hôtel Audessan con l’installazione Troiscentsoixante: due superfici specchianti, entrambe di forma circolare, inquadrano e restituiscono porzioni di cielo e di città, generando un momento di contemplazione. E ancora, con Black network Aude Lise Garcia, Jordan Llanos e Valentin Sambardy “vitalizzano” il cortile dell’Hôtel d’Aures ricorrendo una trama di corde colorate, metafora della moltitudine dei dati scambiati attraverso la rete e del – convulso e non lineare – impatto di internet nelle nostre vite.