Quante sono le dimensioni dello spazio? Quattro, se consideriamo anche il tempo. A dimostrarlo è un progetto in corso a Eindhoven, il cui quartiere culturale è stato "invaso" da un genere assolutamente inedito di graffiti: opere fluide e dinamiche, che è possibile apprezzare grazie al ricorso alla realtà aumentata.
Certo, camminare lungo una strada costellata da una serie di graffiti è sempre un’esperienza che arricchisce, grazie alla capacità della street art di introdurre colore, spunti e pensieri creativi in un paesaggio urbano altrimenti monotono.
Grazie alle nuove tecnologie digitali, però, ora è possibile raggiungere un’ulteriore dimensione estetica con l’arte urbana: che ne direste, se le opere fossero addirittura fluide, dinamiche?
È quanto succede a Eindhoven dalla fine di giugno – e fino al 20 ottobre . In occasione del festival di urban culture Emoves 2018, il quartiere Strijp-S ha inaugurato un originalissimo percorso di visita: puntando il proprio smartphone sull’ambiente circostante i visitatori possono assistere a uno “sdoppiamento” della realtà; un’esperienza di realtà aumentata, per la precisione.
Lo schermo del telefono mostra infatti un ulteriore livello, virtuale, che va a sovrapporsi allo scenario urbano inquadrato; il display riprende così tutta una serie di nuovi graffiti e interventi di street art, che appaiono e scompaiono da ogni scorcio del paesaggio.
Questo “mondo nuovo” porta la firma di AUJIK, progetto artistico dello svedese Stefan Larsson, la cui ricerca artistica coniuga robotica e intelligenza artificiale, architettura e neuroscienza.
Ma questa “invasione” di graffiti in 4D – non a caso, la stessa iniziativa si intitola 4D Graffiti Invasions – è solo l’inizio di una tendenza che promette di spopolare nei prossimi tempi. A partire dall’autunno, infatti, proprio AUJIK – in collaborazione con STPR, uno dei più grandi festival indoor europei operante al confine tra arte e tecnologia – presenterà un toolkit per stimolare la creazione di nuovi graffiti dinamici in realtà aumentata. Interventi che, a quel punto, si spera possano davvero “invadere” ogni città del mondo.