Diretta da Edouard Deluc, la pellicola ripercorre il viaggio artistico ed esistenziale intrapreso a Tahiti dal pittore, soffermandosi sulla sua permanenza nell'isola polinesiana. Una scelta che si rivelerà determinante per Gauguin, anche grazie a un incontro speciale...
Il viaggio come occasione di rottura dalla vita quotidiana, come opportunità di conoscenza e incontro, come fuga, come possibilità di rinascita: sul finire dell’Ottocento, per Paul Gauguin la vita a Parigi – e in Europa – non è più sostenibile. Porre una distanza fisica tra se stesso e quell’ambiente equivale a compiere un salto fatale, ma inevitabilmente l’allontanamento appare anche come una chance da cogliere.
Prende avvio dal 1891, l’anno in cui il pittore decise di allontanarsi dalla capitale francese per trasferirsi sull’isola polinesiana di Tahiti, il biopic Gauguin: Voyage to Tahiti, già uscito nelle sale francesi e statunitensi e prossimamente in arrivo in Italia.
A vestire i panni dell’artista è l’attore francese Vincent Cassel, diretto da Edouard Deluc e affiancato dai colleghi Tuhei Adams, Malik Zidi e Pernille Bergendorff.
19La pellicola si ispira dichiaratamente a Noa Noa, il volume di memorie nel quale Gauguin ripercorse la sua permanenza nel villaggio tahitiano una volta rientrato in patria: la permanenza sull’isola si rivelerà un’esperienza determinante nel suo percorso umano e professionale. Tra momenti di difficoltà e nuovo vigore artistico, il pittore strinse legami anche con la popolazione locale, animato dal desiderio di apprenderne in profondità abitudini e stile di vita. Lontano dalla moglie, dai figli e dalle consuetudini occidentali, finì per intrecciare la sua vita con quella di Tehura, la giovane donna – destinata a diventare anche sua musa – al centro della narrazione di Gauguin: Voyage to Tahiti.