Approfondisce il tema del conflitto, la mostra che porta al PAC di Milano le opere di trenta artisti brasiliani attivi dagli anni Settanta in poi. Regalando al pubblico un efficace colpo d’occhio sulle tante sfumature che caratterizzano il Paese.
Trae spunto dall’opera teatrale dello scrittore brasiliano Plínio Marcos, attivo durante la dittatura militare, la mostra Brasile. Il coltello nella carne, allestita fino al 9 settembre negli ambienti del PAC di Milano. Curata da Jacopo Crivelli Visconti e Diego Sileo, la rassegna punta lo sguardo sul tema dei conflitto, non tanto dal punto di vista bellico, ma sociale e simbolico.
Oltre 50 opere, tra installazioni, fotografie, video e performance, offrono uno spaccato della produzione artistica brasiliana nel corso degli ultimi 40 anni; interprete, attraverso il linguaggio creativo, degli scontri, dei soprusi politici, sociali e delle violenze che hanno accompagnato la storia del Paese.
Maria Thereza Alves, Fernanda Gomes, Runo Lagomarsino, Mauro Restiffe, Tunga e Carlos Zilio sono solo alcuni degli artisti che, rompendo le logiche delle convenzioni, hanno saputo dare un volto alle tante anime di un Paese spesso deluso nelle proprie aspettative ma anche capace di ritrovare ogni volta ottimismo e fiducia nel futuro.