Provengono dallo sconfinato archivio di scatti della fotografa indiana, le due serie in mostra al Museum Tinguely di Basilea. Un viaggio per immagini attraverso l’esistenza umana, in equilibrio tra i poli contrapposti della nascita e della scomparsa.
C’è tempo fino al primo novembre per lasciarsi affascinare dalla mostra Gauri Gill. Traces, allestita negli ambienti del Museum Tinguely di Basilea. La rassegna punta i riflettori su due serie tratte da Notes from the Desert, il poderoso archivio della fotografa indiana Gauri Gill, attiva fin dagli ultimi anni Novanta nei territori rurali del deserto del Rajasthan occidentale.
Traces e The Birth Series, questi i titoli dei due cicli esposti, veicolano una profonda riflessione sul tema della vita umana in un preciso contesto culturale e geografico. Nascita e morte sono i poli di un’indagine che trae origine dalle comunità e dai luoghi nei quali la fotografa ha vissuto, restituendone l’essenza.
Memoria, senso di appartenenza, tradizioni e legami familiari emergono dagli scatti in bianco e nero di Gill, evocando, attraverso l’assenza, il vissuto o il futuro di un membro della comunità. Il talento e la delicatezza stilistica della fotografa contribuiscono a rendere le immagini ancora più suggestive.