Nell'epoca dei selfie dilaganti e del fotoritocco spinto, seppur spesso giocoso e irriverente, qual è la vera immagine di un individuo? In quale modo smartphone e nuovi media stanno modificando la tradizione dell'autoritratto nel mondo dell'arte? Una grande mostra in corso a Pechino analizza queste dinamiche.
Resta aperta solo per pochi giorni – dall’8 al 14 agosto – la prima mostra curata da AMO in Cina. La divisione nata in seno allo studio OMA – fondato da Rem Koolhaas – è attiva nel campo della ricerca e della progettazione nei settori dell’arte, della politica, della tecnologia, dell’editoria, della moda, dei media e naturalmente dell’architettura; a Pechino, ha realizzato la collettiva True Me, appena inaugurata alla 798 Art Factory.
Raccogliendo opere di artisti contemporanei e di fotografi come Chen Tianzhuo, Hou Ying, Lu Yang, Maleonn, Xie Haiwei, Ye Funa, teamLab e Theodore Bradley, la rassegna intende analizzare il crescente successo della cosiddetta selfie-culture, prendendo in esame le modalità di auto-rappresentazione e intercettando i campi dell’arte e dei nuovi media.
True me attesta l’interesse del gruppo di ricerca AMO per la cultura visiva ad ampio raggio, dopo le esperienze maturate nel fashion design.
L’operazione, in particolare, si lega all’app Meitu, impiegata dalla cifra record di un miliardo di utenti. Si tratta di un’applicazione che consente di ottenere risultati di foto-ritocco molto accattivanti, applicando filtri e altri effetti: di fatto si generano immagini del tutto nuove rispetto ai selfie di partenza.
Oltre alle opere esposte, anche l’allestimento della mostra intende sollecitare i visitatori sulle contraddizioni e sugli eccessi connessi con la – dilagante – pratica di produrre, con estrema facilità, immagini riferibili alla propria persona, ma nello stesso tempo “indipendenti” rispetto al proprio sé. Ricorrendo a questo genere di applicazioni, infatti, si ottengono alter ego visivi della propria figura, abbelliti da colori, bagliori e altri elementi. A introdurre i visitatori è un corridoio interamente rivestito di specchi curvi, che passo dopo passo rimandano a ciascuno immagini deformate della propria figura e di quelle degli altri utenti, come in un vortice continuo.
Stando alle prime immagini che arrivano dalla Cina, relative all’opening, la tentazione di scattarsi un selfie utilizzando proprio questo “scenario specchiante” sembra essere molto forte…