Il progetto "La Casa del Poeta", messo a punto per la salvaguardia dell'abitazione nella quale visse e scrisse Valentino Zeichen per quasi cinquant'anni, è messo in pericolo da una serie di atti vandalici. L'ideatrice e i curatori dell'iniziativa hanno scritto una lettera aperta indirizzata al Vicesindaco di Roma Luca Bergamo, chiedendo a tutta la città di non abbandonarli.
“Condividere questo appello e partecipare ai prossimi eventi che organizzeremo significa opporsi all’anti-cultura e alla barbarie, all’ignoranza e all’arroganza di chi crede che la violenza e la minaccia possano mettere a tacere l’arte e la letteratura“: è un invito a prendere posizione ed a tutelare il futuro di Casa Zeichen, quello lanciato da Marta Zeichen, Sacha Piersanti ed Emanuele Marchetti con la “lettera” diffusa online nei giorni scorsi.
Scomparso due anni fa, il poeta e scrittore Valentino Zeichen (nell’immagine in apertura, fonte Artribune) ha trascorso gran parte della sua esistenza in un luogo unico della Capitale, oggi messo seriamente a rischio da una serie di “sabotaggi”. Posto alle pendici di Villa Strohl-Fern, nel cuore di Roma, il suo “rifugio” è una struttura basica, circondata da un piccolo giardino. Marta, la figlia del poeta, è promotrice – insieme ai già citati Sacha Piersanti e Emanuele Marchetti e con la Facoltà di Architettura dell’Università di Roma “La Sapienza” (Dipartimento di Architettura e Progetto, DIAP e Dipartimento di Storia, Disegno e Restauro dell’Architettura, DSDRA) – del progetto “La Casa del Poeta”, il cui obiettivo è la salvaguardia di un “luogo unico, quasi leggendario“.
A supporto di questa iniziativa, nei mesi scorsi è stata ad esempio presentata la mostra Quadri Evasi: oltre 30 opere realizzate da artisti italiani contemporanei sono state messe in vendita, allo scopo di supportare la trasformazione dell’abitazione in un polo culturale. L’esposizione è stato solo l’ultimo degli eventi culturali – “tutti differenti e tutti accolti con entusiasmo da un pubblico sempre crescente, pubblico di addetti ai lavori e non solo, come testimonia l’attenzione dedicata dalla stampa nazionale” – che si sono svolti nell’ultimo anno e mezzo in questo sito.
Come indica con evidente rammarico la lettera, il proposito di mantenere il vita l’abitazione non ha mancato di suscitare alcuni malumori tra chi “avrebbe voluto occupare abusivamente Casa Zeichen cosicché da impossessarsi di tutto il lotto abitativo con corte annessa.” Tuttavia, sottolineano gli organizzatori, “poiché l’area in cui è situata la Casa, il Borghetto Flaminio, è di esclusiva proprietà del Comune, e data la natura stessa del luogo e dell’idea, abbiamo nei mesi scorsi consegnato al Vicesindaco con delega alla Crescita Culturale Luca Bergamo un dossier contenente le linee generali riguardanti il progetto “La Casa del Poeta” al fine di vedere vincolato il luogo dove sorge la Casa in quanto bene di grande importanza culturale. Conseguentemente auspichiamo l’ufficializzazione della nostra proposta progettuale.“.
Nonostante l’attuale scenario e le difficoltà emerse – “Il giardino, che ha fatto per anni da cornice alla casa di Zeichen, è stato completamente distrutto. In particolare il glicine che faceva ombra alla casa con le sue foglie rigogliose è stato preso ad accettate. Questo atto vandalico nei confronti del giardino è solo l’ultima delle reiterate intimidazioni subite“, riporta l’appello – i promotori de “La Casa del Poeta” non intendono rinunciare al loro proposito.”Noi, intanto, resistiamo per esistere: non facciamo passi indietro, restiamo lucidi e umani senza cadere in disumane provocazioni, continuando a denunciare il denunciabile, difendendo le nostre ragioni per difendere le ragioni di Roma intera, oggi più che mai bisognosa di un luogo così unico e fertile come La Casa del Poeta“, scrivono, nella speranza di raggiungere manifestazioni di solidarietà e aiuto.