Una drammaturgia audio-visuale dal forte impatto percettivo sta per andare in scena in un luogo unico della città di Firenze: la Basilica di San Miniato al Monte, che si appresta ad accogliere per due sere successive una performance che analizzerà tutte le specificità di questo straordinario complesso architettonico.
Diretto dal regista teatrale Giancarlo Cauteruccio, lo spettacolo Dal Monte una Luce Aurorale è pronto al debutto. In occasione delle celebrazioni del Millenario della Basilica di San Miniato al Monte, edificata sul punto più alto di Firenze, è stato infatti concepito un evento che ne ripercorre la vicenda costruttiva, mettendo in evidenza gli aspetti salienti dell’identità architettonica.
L’8 e il 9 settembre, alle ore 21.30, Dal Monte una Luce Aurorale renderà la straordinaria facciata della chiesa fiorentina un vero e proprio “fondale dinamico”, dinanzi al quale i performer daranno vita a un racconto animato da effetti luci e cromatici dalla forte intensità. Lo spettacolo si basa su una drammaturgia appositamente composta per l’evento; il mapping visuale ideato da Massimo Bevilacqua sarà accompagnato dalla colonna sonora di Alessio Bianciardi (anche curatore delle elaborazioni video) e dai brani di Giusto Pio, già autore musicale per vari spettacoli di di Teatro Studio Krypton, recentemente scomparso. Oltre all’attore Roberto Visconti e alla cantante-performer Chiara De Palo, sul palco saliranno anche gli allievi del laboratorio di Teatro/Architettura compreso nell’ambito della rassegna Nel Chiostro delle Geometrie, coordinati dalla coreografa Margherita Landi.
Dal Monte una Luce Aurorale segue il successo riscosso lo scorso anno da Muovere un cielo pieno di figure vive, opera diretta anche in quel caso da Cauteruccio e dedicata all’Ospedale degli Innocenti di Filippo Brunelleschi.
A chiarire gli obiettivi dello spettacolo è stato lo stesso regista, che a riguardo ha dichiarato che non si tratta di un’operazione “celebrativa del passato”, ma dell’ “occasione di un nuovo inizio”. Articolato in due scene, lo spettacolo si conclude con “questo misterioso luogo che diventa magicamente punto di incontro, condivisione, accoglienza dell’umano (specie in questi tempi di tragiche emergenze) e festa di uomini e donne avvolti in una luce aurorale, chiamati a testimoniare la necessità dell’accoglienza e della convivenza, nel rispetto fondamentale dei valori umani, per poter aprire la porta dia accesso al futuro“.