Ripercorre un doloroso capitolo della storia nazionale del Novecento, la pellicola “1938 Diversi”, presentata alla Mostra del Cinema di Venezia. Un racconto per immagini a ottant’anni dalla promulgazione delle leggi razziali fasciste.
Sebbene siano trascorsi ormai 80 anni dalla promulgazione delle leggi razziali fasciste, il tema della persecuzione delle minoranze resta, purtroppo, un argomento fortemente attuale. Il film 1938 Diversi, presentato oggi, 4 settembre, alla Mostra del Cinema di Venezia, contribuisce a mantenere ben vivo nella memoria collettiva il ricordo di un tragico capitolo della storia italiana recente, con l’obiettivo di scongiurarne il ripetersi.
Diretto da Giorgio Treves e realizzato da Tangram Film di Roberto e Carolina Levi in collaborazione con Sky Arte, Piemonte Film Fund, MiBACT, AB Groupe e AAMOD, il documentario racconta le conseguenze per gli ebrei italiani e per il resto della popolazione all’indomani delle leggi di stampo antisemita emanate nel 1938. Le conseguenze furono devastanti e limitarono ferocemente la libertà di individui perseguitati senza alcuna ragione.
In particolare, il film rivela i sottili meccanismi di persuasione messi in atto dal fascismo attraverso l’operato del Ministero della Cultura Popolare (MinCulPop), centro direttivo della propaganda di regime, che, ricorrendo ad articoli, fumetti e vignette, trasformò, nell’arco di pochi mesi, gli ebrei dapprima in “diversi” e poi in veri e propri nemici della nazione. Testimoni diretti e ricostruzioni in animazione restituiranno la memoria di alcuni episodi di discriminazione e umiliazione realmente accaduti.
Il documentario cede anche la parola a importanti studiosi ‒ storici, sociologi, esperti in comunicazione ‒ che descrivono un drammatico momento storico usando come chiave di lettura il ruolo cardine dei mezzi di comunicazione di massa in una delle più efferate persecuzioni dell’umanità.
La pellicola si configura dunque come un monito per le generazioni di oggi, come sottolinea il regista Treves: “Il film nasce da un profondo bisogno di sapere, di capire e di far conoscere. Anche perché quegli eventi, seppur in modi diversi, tornano a ripetersi e a minacciare il nostro futuro. Abbiamo il dovere di mobilitarci e cercare di impedirlo”.