Nell'epoca delle immagini ad altissima risoluzione c'è chi non rinuncia a lasciarsi suggestionare dal passato, offrendone una versione giocosa e "pop": è il caso dell'artista giapponese Toshiya Masuda, le cui sculture in ceramica raffigurano oggetti di uso comune in una irriverente versione scomposta in pixel.
Fatte per assomigliare a delle immagini pixelate viste attraverso uno schermo. Si potrebbero introdurre in questi termini le opere dell’artista giapponese Masuda Toshiya, nato a Osaka nel 1977 e formatosi presso la Osaka University of Arts.
Ispirandosi alla grafica dei primi videogiochi per computer, proprio quelli con cui è cresciuto negli anni Ottanta e Novanta, questo autore realizza sculture irriverenti e stravaganti, unificate dalla loro immediata capacità di portare alle mente atmosfere e immagini d’altri tempi.
Qualsiasi suggestione proveniente dalla vita comune può essere oggetto di rielaborazione artistica da parte di Toshiya, che impiega la tecnica da lui perfezionata con grande scioltezza. La restituzione di piccoli oggetti, decorativi o di uso comune – scarpe, tazze, bicchieri, bici per bambini, solo per citare alcuni esempi – in questa versione “a bassa risoluzione” è sempre ottenuta a partire dalla ceramica, materiale d’elezione dell’artista.
Alla ricerca della perfezione, attraverso la “rincorsa” alla high resolution, che contraddistingue la nostra epoca, Masuda Toshiya contrappone un approccio più lento e persino poetico. Così facendo, sta dunque tracciando un percorso personale nell’ambito della scultura, oltrepassando i confini legati all’impiego tradizionale della ceramica e strizzando l’occhio alla digital art e all’universo del games design. Proprio quest’ultimo ambito, in questi giorni è al centro del dibattito internazionale grazie alla nuova mostra del Victoria & Albert Museum di Londra.