Organizzata dalla Royal Academy of Arts di Londra e dal Musée du Quai Branly di Jacques Chirac, a Parigi, con la partecipazione del Museo di Archeologia e Antropologia di Cambridge, la mostra dedicata all'Ocenia ripercorre 500 anni di storia e intreccia narrazioni a carattere etnografico, storico e artistico. Fino al 10 dicembre.
In contemporanea con la grande retrospettiva dedicata all’attività dell’architetto italiano Renzo Piano e al suo studio, la Royal Academy of Arts accoglie anche la mostra Oceania.
Il progetto espositivo, nel cui percorso di visita sono riunite 200 eccezionali opere provenienti da collezioni pubbliche di tutto il mondo, è stato promosso a 250 anni dal primo viaggio del Capitano James Cook nel Pacifico.
Quest’ampia e variegata regione del pianeta viene ora analizzata dai primi contatti con la Gran Bretagna fino alla scena contemporanea, grazie a un’indagine che riunisce più livelli narrativi.
Oltre a esplorare gli usi, i costumi e le tradizioni delle popolazioni indigene, con le quali venne intrapresa un’attività a carattere commerciale, la mostra intende mettere in evidenza l’influenza che l’arte locale esercitò sugli autori attivi in Europa all’epoca dei primi contatti.
Reperti concessi da importanti collezioni storiche ed etnografiche, datati dal XVIII secolo ad oggi, e opere di artisti contemporanei attivi in questa zona danno così vita a un racconto che intreccia passato e presente, senza perdere di vista temi destinati a incidere anche nel prossimo futuro, come l’identità e i cambiamenti climatici.
Con Oceania, aperta fino al 10 dicembre, la Royal Academy of Arts prosegue il proprio “itinerario” a spasso tra le culture del mondo, che ha incluso in precedenza le rassegne Africa: The Art of a Continent (1995), Aztecs (2002), Turks: A Journey of a Thousand Years (2005), China: The Three Emperors, 1662-1795 (2005) Byzantium 330-1453 (2008) e Bronze (2012).
[Immagine in apertura: Oceania, installation view della mostra alla Royal Academy of Arts, Londra. Photo by David Parry via Twitter]